"Ed eccoci arrivati all'ultimo capitolo del romanzo.
Inizialmente la fine era quella del capitolo scorso ma poi... qualcuno mi ha fatto riflettere che forse era una fine un pò banale, scontata e così... ecco qui la fine.
Spero vi sia piaciuto leggerlo come a me scriverlo.
Grazie a chiunque abbia perso 5 minuti al giorno per soffermarsi sul mio blog.
Nadia"
CAPITOLO XIII
sfrutta le
piccole.
Non cercare gli
uomini con la lanterna,
ma col cuore,
perché il loro
cuore
si apre soltanto
con l’amore.
Amare è sentire
come propri
i desideri, le
nostalgie e le tristezze dell’altro”.
Ho letto da qualche parte che: “Attendere: infinito del
verbo amare, ovvero amare all’infinito!”. Ho atteso trent’anni perché arrivasse
l’amore perfetto, l’anima gemella, in un’ansia crescente che bruciava, giorno
dopo giorno, la mia vita. Adesso ho smesso di attendere: ho trovato il mio
amore, ho trovato il mio infinito....
Cristina
Lesse e rilesse, avidamente,
quelle parole fino a quando fu certo di averle ben impresse nella memoria. Non
voleva dimenticare nemmeno una sillaba di quel pensiero che la sua Cristina gli
aveva rivolto prima di morire in quel tragico incidente aereo.
Nessuno si era salvato e
niente si era recuperato tra i rottami se non quel piccolo quadernetto, dai
bordi bruciacchiati, su cui erano annotati pensieri, poesie, ricordi, frasi …
già frasi!
E l’ultima era stata per lui.
La stava ripassando nella sua
mente ora, in una follia crudele e ossessiva che gli strapazzava l’anima, scuotendolo
con mille tremiti. Aveva il cuore rigonfio di rabbia, dolore, paura, sconforto,
solitudine … ma era come paralizzato: per quanto si sforzasse, nemmeno una
lacrima uscì dai suoi occhi.
“lei lo diceva sempre – gli
confidò Paola fra i singhiozzi – Daniele dovrebbe sfogare di più i suoi
sentimenti altrimenti rischia di scoppiare … ed aveva ragione. Butta fuori il
veleno che hai dentro: lei lo apprezzerebbe!”
Con sguardo assente, lui
guardava l’amica e, con occhi supplichevoli, continuava a chiedere: “Perché?
Perché?”
“Chi vuoi che ti risponda! Certe cose accadono e a noi non resta altro da fare che accettarle e andare
avanti. E’ dura per tutti, cucciolo, ma la cosa più tremenda è che, per noi, la
vita deve continuare”.
“Già – pensò – deve
continuare!”. Salutò l’amica, prese la macchina e raggiunse la sua Cristina là,
dove avrebbe riposato per sempre. Inginocchiatosi, depose un fiore sulla sua
lapide e riuscendo, finalmente, a dare libero sfogo al suo dolore, pianse tutte
le lacrime che aveva in corpo.
“Hai visto piccola mia? Alla
fine ci sei riuscita a farmi piangere ma tu, dolce eternità, non distogliere
mai lo sguardo da me, che ho ancora tanto bisogno di te. Sei spirito libero,
adesso, ed io ti respirerò ogni mattina, al sorgere del sole, per viverti nell’intero
giorno, che saprà di te, e quando alla fine mi sarà dato di raggiungerti, nel
silenzio della notte, sarà meraviglioso vedere, finalmente, l’eterno e
l’infinito riunirsi per sempre!”
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