sabato 28 gennaio 2012

Con te amico, Capitolo XIII

"Ed eccoci arrivati all'ultimo capitolo del romanzo.
Inizialmente la fine era quella del capitolo scorso ma poi... qualcuno mi ha fatto riflettere che forse era una fine un pò banale, scontata e così... ecco qui la fine.
Spero vi sia piaciuto leggerlo come a me scriverlo.
Grazie a chiunque abbia perso 5 minuti al giorno per soffermarsi sul mio blog.
Nadia"

CAPITOLO XIII

“L’amore non aspetta le grandi occasioni,
sfrutta le piccole.
Non cercare gli uomini con la lanterna,
ma col cuore,
perché il loro cuore
si apre soltanto con l’amore.
Amare è sentire come propri
i desideri, le nostalgie e le tristezze dell’altro”.

Ho letto da qualche parte che: “Attendere: infinito del verbo amare, ovvero amare all’infinito!”. Ho atteso trent’anni perché arrivasse l’amore perfetto, l’anima gemella, in un’ansia crescente che bruciava, giorno dopo giorno, la mia vita. Adesso ho smesso di attendere: ho trovato il mio amore, ho trovato il mio infinito....
Cristina
Lesse e rilesse, avidamente, quelle parole fino a quando fu certo di averle ben impresse nella memoria. Non voleva dimenticare nemmeno una sillaba di quel pensiero che la sua Cristina gli aveva rivolto prima di morire in quel tragico incidente aereo.
Nessuno si era salvato e niente si era recuperato tra i rottami se non quel piccolo quadernetto, dai bordi bruciacchiati, su cui erano annotati pensieri, poesie, ricordi, frasi … già frasi!
E l’ultima era stata per lui.
La stava ripassando nella sua mente ora, in una follia crudele e ossessiva che gli strapazzava l’anima, scuotendolo con mille tremiti. Aveva il cuore rigonfio di rabbia, dolore, paura, sconforto, solitudine … ma era come paralizzato: per quanto si sforzasse, nemmeno una lacrima uscì dai suoi occhi.
“lei lo diceva sempre – gli confidò Paola fra i singhiozzi – Daniele dovrebbe sfogare di più i suoi sentimenti altrimenti rischia di scoppiare … ed aveva ragione. Butta fuori il veleno che hai dentro: lei lo apprezzerebbe!”
Con sguardo assente, lui guardava l’amica e, con occhi supplichevoli, continuava a chiedere: “Perché? Perché?”
“Chi vuoi che ti risponda! Certe cose accadono e a noi non resta altro da fare che accettarle e andare avanti. E’ dura per tutti, cucciolo, ma la cosa più tremenda è che, per noi, la vita deve continuare”.
“Già – pensò – deve continuare!”. Salutò l’amica, prese la macchina e raggiunse la sua Cristina là, dove avrebbe riposato per sempre. Inginocchiatosi, depose un fiore sulla sua lapide e riuscendo, finalmente, a dare libero sfogo al suo dolore, pianse tutte le lacrime che aveva in corpo.
“Hai visto piccola mia? Alla fine ci sei riuscita a farmi piangere ma tu, dolce eternità, non distogliere mai lo sguardo da me, che ho ancora tanto bisogno di te. Sei spirito libero, adesso, ed io ti respirerò ogni mattina, al sorgere del sole, per viverti nell’intero giorno, che saprà di te, e quando alla fine mi sarà dato di raggiungerti, nel silenzio della notte, sarà meraviglioso vedere, finalmente, l’eterno e l’infinito riunirsi per sempre!”

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