sabato 21 gennaio 2012

Con te amico, Capitolo VIII

“Cosa significa amarsi
se non prendersi per mano
e improvvisamente volare?”

Dopo essersi ristorata con una tiepida doccia, Cristina pensò ai vari impegni che l’aspettavano in quel giorno e cominciò ad assolverne qualcuno. “Innanzi tutto chiamo quell’“esaurita” e le dico di venire a pranzo da me, poi telefono a Marta per avvisarla che vado a trovarla e poi... andando vedendo”. Seduta sulla poltroncina della sua stanza, con le gambe “elegantemente” poggiate sulla scrivania, prese l’apparecchio telefonico e compose il numero di Paola: “Buongiorno, pazza!!! Com’è che sei già in piedi? Ti hanno tirato giù dal letto?”
“Come siamo simpatici a prima mattina... dormito bene?”
“Non tanto, a dire il vero, pazienza... credo che sia dovuto al fatto di avere cambiato letto” mentì.
“Sicuramente! Succede anche a me. Allora, ti è piaciuta la sorpresa di ieri? Te l’aspettavi?”
“Certamente non credevo che saresti arrivata a tanto però... devo ammettere che è stata proprio una bellissima sorpresa: non mancava nessuno. Mi dispiace che, purtroppo, sono dovuta andare via in quel modo ma, credimi, non ce la facevo più: ero troppo stanca...”
“Sei sicura che è stato solo per la stanchezza?”
“Cosa vorresti dire?”
“Niente... diciamo che, guarda caso, ti sei stancata dopo aver saputo del fidanzamento di Daniele: c’è rimasto male che sei andata via.”
“Brutta, perfida <<serpe>>, come dice sempre Alessandra. Non mi credi?”
“Per carità, ci mancherebbe altro... solo... mi era sembrato... mah! Lasciamo perdere...”
“Si, si, è meglio. Senti, ti avevo telefonato per chiederti se volevi pranzare a casa mia. Mia madre cucina le orate al cartoccio e, solo in tuo onore, ci saranno pure i peperoni ripieni al forno che ti piacciono tanto. A completare l’opera, un meraviglioso polipo, da me personalmente acquistato stamattina all’alba, preparato ad insalata. Ti va?”
“Ceerto che si! Come si può dire di no a tanta squisitezza? Ma dimmi una cosa: che ci facevi all’alba in pescheria?”
“E chi ha parlato di pescheria? Sono uscita a fare una corsetta sul lungomare e poi sono scesa un po’ sulla spiaggia. Mentre stavo camminando sulla riva, due pescatori stavano scaricando dalla barca una rete piena di pesci ed io... mi sono innamorata di questo polipo.”
“Ho capito! Sei rimasta la solita gironzolona. Senti, ma ci sarà pure Daniele?”
“No, non credo che glielo dirò, perché?”
“Niente, così... eppure sento che mi stai nascondendo qualcosa... me lo dirai dopo?”
“Non ti sto nascondendo niente, comunque ne parliamo quando sarai qui. Ora sto andando da Marta: non vedo l’ora di vedere l’abito da sposa. Ci vediamo per mezzogiorno?”
“Va benissimo! Allora... a più tardi.”
“Un’ultima cosa: che ne dici di portare quel buonissimo rotolo alla nutella che mi piace tanto tanto?”
“Vada per il rotolo però... poi mi dici cos’è successo col cucciolo?”
“Si, si... sei convinta... comunque a dopo”
“Ciao”
“Ma guarda un po’! - riflettè Cristina - E’ possibile che mi si legga in faccia tutto quello che mi passa per la mente, ed ora come le dico che il problema  è che mi sono innamorata di... no, no... cosa vado a pensare... IO NON SONO INNAMORATA DI NESSUNO! - sbottò all’improvviso, alzandosi di scatto e guardandosi allo specchio - Proprio di nessuno... meno che meno di Daniele”. Sollevò, nuovamente, la cornetta del telefono e, questa volta, parlò con Marta: “Ehilà, sposina! Sto arrivando a casa tua: fatti trovare pronta”. Senza neanche attendere la risposta, chiuse il telefono, indossò la giacca ed uscì. La giornata era serena: il cielo era terso e il sole, ormai assiso sul suo trono di nuvole, emanava caldi raggi che illuminavano la superficie del mare. Le previsioni del tempo avevano assicurato belle giornate per tutta la settimana, questo faceva ben sperare per sabato: non c’è niente di più bello che sposarsi in un tiepido giorno primaverile. Arrivò presto a casa di Marta che, come sempre, non era ancora pronta così, anziché uscire, preferirono restare a casa. Con la scusa, Cristina sbirciò fra i vari regali che avevano ricevuto e, dopo aver avuto la delusione di non poter vedere il vestito, restò ancora un po’ a parlare con l’amica: “Ti senti emozionata? - le chiese - Sai, ti ho pensato tanto, in questi giorni... Sono davvero felice per te e Marco: non vedo l’ora che arrivi sabato... sarai bellissima!”
“Ho tanta paura, a dire il vero. Il matrimonio è un passo importante... e se non ne fossi all’altezza? E se non riuscissi a dare a Marco la felicità che si aspetta e che merita? E se non fossi la persona adatta a lui?”
“Sentimi bene, piccola! Tu e Marco state insieme da ben quattro anni: ti pare che se tu non fossi stata la persona giusta... lui ti avrebbe chiesto di sposarlo?”
“E questo cosa c’entra? Pure tu e Lorenzo... scusami, non dovevo!”
“Non preoccuparti: è acqua passata ormai. Hai ragione, io e Lorenzo abbiamo impiegato ben nove anni per capire che le cose non andavano ma... mi sai dire che attinenza ha, questo, con te? Non siamo tutti uguali... E’ comprensibile che tu adesso abbia tanta paura: mi sarei meravigliata del contrario... ma il tutto sta nel non lasciarsi prendere dal panico. Può darsi che avrete dei problemi; qualche volta litigherete; altre, invece, farete la pace, e così via, in un crescendo di vita che vi accompagnerà fino alla morte. L’essenziale è che siate pronti a mettere ognuno la vostra vita nelle mani dell’altro. Deve essere un dono totale, unico... meraviglioso. Non avere paura che fallisca, ma impegnati perché riesca e per riuscire occorre che tu, continuamente, ricominci daccapo, come fosse il primo giorno. Ti ho osservato, in questi anni. La cosa di cui sono più che convinta è la sincerità del vostro amore. L’ho visto nascere e crescere piano piano: è stato un continuo maturare, ricordi? Avete iniziato da amici, perché lui non ne voleva sapere di te, e così avete avuto il tempo di conoscervi, disinteressatamente, di imparare a comunicare e, tu lo sai bene, il dialogo è la linfa vitale di ogni relazione. Non è, però, sempre facile comunicare con il proprio prossimo, ma voi ci siete riusciti e in maniera del tutto naturale. Tu fai il confronto con me e Lorenzo ma... non c’è proprio paragone: noi due non abbiamo mai, e sottolineo mai, comunicato. Questo perché non abbiamo mai imparato a farlo e, quindi, nessuno dei due aveva ancora capito che, alla base della comprensione reciproca, occorre spesso parlare meno ed ascoltare di più. Invece, questo voi lo avete capito benissimo e lo mettete in pratica ogni giorno. Quindi, mi sai dire perché devi avere paura? Certo, se tu avessi imparato a cucinare sarebbe stato meglio... per lui, ma si abituerà”.
“Spiritosa! Guarda che ho già cucinato per lui e ti posso assicurare che ha gradito.”
“Allora che problema hai? Se ha superato questo... supererà tutto il resto. Scherzi a parte, stai tranquilla! Andrà tutto bene e, se dovessi avere bisogno... sai dove trovarmi!”
“Ti ringrazio, ma sarei stata più tranquilla se tu non te ne fossi andata a Milano. Piuttosto, a te le cose come vanno? Speravo di vederti in compagnia di qualche giovanotto ed invece...”
“Non è facile trovare la persona giusta... ed anche quando l’hai trovata, non è detto che puoi cantare vittoria... A volte, succede che ti accorgi che ce l’hai vicino quando è, ormai, troppo tardi”
“Ti riferisci a qualcuno in particolare?”
“Si, a Daniele. Quello sciagurato si è fidanzato proprio ora che mi ero accorta di lui!”, avrebbe voluto gridare all’amica ma, trattenendosi, le rivolse, semplicemente, un sorriso malinconico, quindi, raccolte le sue cose, la salutò: “Si è fatto tardi e, fra poco, dovrebbe arrivare Paola: pranza da me! Salutami tanto i tuoi e Marco... ci vediamo” e, baciatala, andò via.

Nessun commento:

Posta un commento