mercoledì 29 febbraio 2012

Soggetti per torte in pdz

Ecco le altre mie creature in pdz.
Non sono ancora perfette ma migliorerò.
Fra pochi giorni vorrei cimentarmi in una torta... vedremo cosa ne verrà fuori...







Anticipazioni di Pasqua

Ultimamente sono un pò latitante. Questo è il guaio di quando hai i bambini (entrambi!!!) a casa e non puoi farli uscire... Devi tenerli occupati in qualche modo altrimenti esplodono (loro) e scleri (TU)!
Così, stamattina, per fare star tranquillo Gabriele e provare le mie doti di "cioccolatiera" ho voluto provare a fare un uovo di Pasqua e, giusto per semplificarmi il compito, l'ho fatto stile kinder: al latte fuori e bianco dentro.
Qualcuno di mia conoscenza, amante del fondente, storcerà il naso ma il risultato è stato davvero bello, almeno per me che ho sempre comprato le uova mai e poi mai pensando di riuscire a farlo io.
Non ho fotografato tutti i passaggi ma, avendo deciso di fare io le uova a Pasqua, lo farò successivamente.
Ho fatto le foto solo alle uova in stampo e poi alla loro unione e quindi rottura con ritrovamento dell'agognata sorpresa.
Spero vi piaccia, per Pasqua conto di fare anche qualche decoro ehehehe





mercoledì 22 febbraio 2012

Capitolo IV


“Sto davanti a te come di fronte ad una cascata di fuochi d’artificio nella notte.
E non finisco mai di stupirmi.”
(L. Sella)

Quella notte Diana non riuscì a chiudere occhio : era eccitata all’idea di poter conoscere Gabriele ma, al contempo, aveva paura, una paura matta di fallire ancora una volta. Era stata troppo bruciante la delusione e, forse, si era scottata più del previsto.  Ora, aveva tanta voglia di ricominciare, però temeva di trovarsi di fronte un altro bastardo che l’avrebbe fatta soffrire e, per quanto si sforzasse, vedeva solo falsità. Provò a dormirci sopra, a non pensarci più, ma non appena chiudeva gli occhi le si presentava sempre la solita scena : “Edoardo e la sua nuova fiamma, su quel letto, ad amoreggiare spudoratamente ; a gridare la loro soddisfazione ; a ridere di lei, della sua semplice ingenuità ; a prendersi gioco del suo amore”. Non ce la faceva più a reggere quella situazione. Le compresse che prendeva non le facevano più niente, ormai. Pianse amaramente, nella solitudine buia della sua stanza ; pianse e sfogò così tutto il suo dolore fino a quando, ormai stanca, si addormentò. Dormì fino a tarda mattinata e quando si destò si sentì improvvisamente meglio : aveva l’animo più leggero, più sereno. Si guardò allo specchio, quegli occhi gonfi tradivano, ancora una volta, il suo cuore a pezzi ; ricompose al meglio la sua faccia e scoppiò a ridere per le smorfie che, intanto, stava facendo a sé stessa : era davvero buffa ! Chissà cosa avrebbe pensato Gabriele se l’avesse vista mentre imitava, alquanto malamente, il pesce palla. “Gabriele... che bel nome ! - pensò - Non un angelo mi hanno mandato, bensì un arcangelo !”. Squillò subito il telefono :
“Buongiorno principessa - esordì  Miriam - trascorsa bene la notte ?”
“Ottimamente, grazie a te. È bello svegliarsi al mattino sentendosi chiamare principessa, dovresti farlo più spesso !”
“Ci penserò ! Allora che mi dici ? Usciamo insieme anche stasera ? Magari riesci anche a conoscerlo !”
“Va bene allora, solita ora, solito posto : mi raccomando la puntualità ! Ciao”
Era cominciata bene, e se è vero che il buon giorno si vede dal mattino, quella sarebbe stata davvero una bella giornata. Le ore volarono per Diana che, in maniera più o meno palese, era alquanto agitata nell’attesa che si facessero le 22 :00. Si ritrovò, quindi, a passeggiare con i suoi nuovi amici, a ridere, a scherzare e, intanto, aspettava che lui arrivasse. Puntuale come un orologio, Gabriele posteggiò la moto al solito posto e scese con quel suo fare semplice, ma estremamente sicuro. La sigaretta in bocca, per scaricare tutte le tensioni di quella giornata di lavoro ; si sedette sul muretto con i suoi amici e, dopo un po’, si mise a discutere con loro senza accorgersi che, poco distante da lui, una ragazza lo spiava incuriosita ed affascinata : non poteva certamente immaginare che di lì a poco la sua vita sarebbe giunta ad una svolta importante. Diana, intanto, lo osservava da poco lontano : seguiva ogni sua mossa. Lo guardava fumare, seguiva il movimento del suo torace che inspirava ed espirava regolarmente ; si soffermò con più interesse quando lo vide discutere animosamente, gesticolando spesso ma in maniera gentile.
“Dai, su, fermalo ! Digli che lo vuoi conoscere, se vuoi glielo dico io per te”.
“Ma sei pazza ? Mi vuoi vedere morta ? Figurati se quello vuole conoscere me ! Hai notato quante belle ragazze ha vicino ? Chissà con quante di loro è stato. Pendono tutte dalle sue labbra. No, non fa per me ! E’ meglio che ce ne andiamo, Miriam, che qui si mette male stasera”.
Un po’ delusa Diana si avviò, con l’amica, verso casa non prima, però, di avergli lanciato un ultimo sguardo. “Ciao angelo mio - pensò - chissà se... ma figurati ! ! !”

martedì 21 febbraio 2012

Capitolo III


“Tu esisti vero ?
... attraverserai in punta di piedi il buio della notte
per venire a dipingere di colore i miei sogni ?
... e mi porterai lassù, con te,
a vedere l’altra faccia della luna ?
(L. Sella)

Diana non sapeva da dove iniziare le ricerche : non sapeva niente di questo “Fantomas”, tranne che era cattolico. L’ultima volta che l’aveva visto risaliva a circa un anno prima. Poteva essere successo di tutto nel frattempo : poteva essersi fidanzato e, perché no, poteva anche essersi sposato. E poi, non sapeva dove abitava, poteva essere stato benissimo di passaggio, magari era uno di quei militari che sono soggetti a continue trasferte e, in questo momento, poteva essere chissà a quanti chilometri di distanza. Non sapeva cosa facesse, dunque, quanti anni avesse, niente.. non sapeva proprio niente.
“Diana, ehi, Diana sei proprio tu ?”
Una voce la colse all’improvviso, facendola sobbalzare !
“Mamma mia, quanto sei dimagrita ! E i capelli ? Cosa hai fatto ai capelli ? Ma lo sai che stai proprio bene ?”
Era Miriam, una sua vecchia amica. La vide venirle incontro a braccia aperte e, prima ancora di poter replicare, se la sentì addosso mentre la stringeva in un abbraccio affettuoso.
“Ciao, Miriam, come stai ? Che piacere vederti !”
“Dove l’hai lasciata la tua dolce metà ?”
Sentì una morsa attanagliarle il cuore. Le sfuggì una lacrima e, con la voce rotta dal pianto, riuscì a dirle in un fiato : “Ci siamo lasciati !”.  Vide l’amica mortificarsi fino all’inverosimile e, riprendendo in fretta il controllo di sé, la tranquillizzò.
“Non ti preoccupare, è acqua passata ormai. Sai com’è, parlarne è rinnovare un po’ quel dolore ma, in fondo, dovrò farci l’abitudine. Non posso certo pretendere che la gente faccia finta di niente. È normale che mi si chieda di lui, dopo tutto il tempo che siamo stati insieme... Sai che sono in tanti a credere che fossimo sposati ! Ma cosa mi dicevi prima... che mi trovi in forma ? In effetti, sono dimagrita un po’, poi ho cambiato look per cui sembro diversa ! Come vedi, quindi, non mi ha fatto poi tanto male restare single”.
 “Scusami, non potevo sapere ! Mi dispiace davvero, ma se le cose non andavano bene allora è meglio così. Ma proprio proprio non c’è niente da fare ?”
“Ora lui vive con un’altra ! Aveva questa storia da un bel po’ di tempo, ma io l’ho saputo solo ora. Ma ora basta parlare di lui, ok ?”
“Si, hai ragione, anzi sai che cosa ti dico ? Ti va di uscire stasera ? Magari, chissà, facciamo anche qualche bell’incontro!”
“Sarà un piacere, allora ci vediamo verso le 22 :00 sotto casa mia, va bene ?”
“A stasera allora, ciao e, sempre in gamba !”
“Puoi contarci, ciao !”
Diana poteva così tirare un sospiro di sollievo. Non era passata ancora mezz’ora da quando era uscita e già aveva rimediato la compagnia per quella sera. Le andava proprio di uscire e Miriam era la persona giusta : buona, sincera e, soprattutto, discreta. Non poteva chiedere di più. Magari poi avrebbe fatto qualche bell’incontro e, cosa ancora più bella, avrebbe potuto sapere qualcosa sul suo biondo.
Indossò, per la serata, un pantalone blu appena comprato ; gli abbinò sopra una giacca verde che lasciava intravedere un top di seta blu ; scarpe con un po’ di tacco ; un leggero trucco al viso (quel tanto che bastava a coprire le occhiaie) ; una spruzzata di Chanel n. 5 e via, fuori, all’aria aperta. La serata era calma, non c’era vento e l’afa di luglio sembrava si fosse concessa una pausa. Andava tutto bene dunque, ora le restava solo di prendere qualche informazione. L’occasione non tardò ad arrivare e fu proprio la sua amica a fornirgliela.
“Ehi Diana, che ne dici di conoscere nuova gente ? Così, tanto per trascorrere al meglio la serata, poi può essere che ti trovi bene e, magari, decidi di uscire con noi anche nelle prossime sere. Allora, ti va ?”
“Certo che mi va. Sono stanca di stare chiusa in casa a piangermi addosso. Vorrei gettarmi il passato alle spalle ed iniziare una nuova vita. Mi piacerebbe conoscere brava gente e se, poi, è anche bella tanto meglio. Per esempio che mi dici di quello lì ?”
Con sua grande sorpresa, Diana aveva visto, proprio in quel momento, lì davanti a sé, il biondo e, così, approfittando del discorso, lo additò a Miriam nella speranza di sentirsi dire qualcosa.
“Certo che ti accontenti di poco ! Vorrei conoscerlo anch’io quello lì e ti assicuro che se lo conoscessi te lo presenterei. È carino, vero ? Se t’interessa, posso giusto darti qualche informazione : una mia amica gli faceva la corte, tempo fa, e così so qualcosa su di lui. So che si chiama Gabriele, che fa l’operatore sanitario presso una clinica privata e che è un gentiluomo. Pensa che, dopo tante insistenze da parte della mia amica, lui accettò di uscirci insieme ; la portò fuori a cena e, dopo averle fatto trascorrere una serata, a dir poco, meravigliosa, le spiegò, con una gentilezza fuori dal comune, che non era il caso di insistere perché non ne valeva la pena. Le consigliò di trovarsi una persona che la sapesse apprezzare per come meritava, perché lui non ne era capace. Insomma, fu talmente gentile che la mia amica, pur avendo il cuore a pezzi, lo ringraziò di tutto. A pensarci bene, ce lo vedo vicino a te, te lo meriteresti uno come lui, dopo tutto quello che hai passato. Se vuoi chiediamo un po’ in giro e vediamo se riusciamo a sapere qualcos’altro, va bene ?”
“Frena, frena - cercava di farsi vedere tranquilla, ma il cuore intanto le batteva così forte, che sembrava le volesse uscire dal petto - guarda che dicevo così, tanto per dire. E poi, non mi va che si sappia in giro che c’è qualcuno che mi piace. La gente non ci impiega molto a pensare male, e già ne ho dovute sentire abbastanza : ci manca solo che mi accusino di essermi “consolata” troppo in fretta, o cose del genere. Poi, senti e senti, passo io per la poco seria della situazione ! Sarebbe il colmo, il massimo dell’assurdità. No, no, non se ne parla proprio”.
 “Non posso darti tutti i torti, però... non è detto che dobbiamo dire per forza che sei tu l’interessata, lascia fare a me e se poi credi che il gioco si stia facendo troppo pesante o, comunque, pericoloso, allora la finiamo subito, che ne dici ?”
“Va bene, mi hai convinto. In fondo cosa ho da perdere ? E poi, ne vale la pena”.
Cominciò, così, la caccia alle notizie e, a fine serata, erano riuscite a sapere davvero tante cose su di lui : aveva 33 anni, abitava poco distante da lì, era un ragazzo abbastanza serio, riservato, senza grilli per la testa. Amava lo sport, teneva ai sentimenti e, cosa ancora più interessante, era libero da impegni sentimentali. Diana non riusciva a crederci : nel giro di poche ore aveva scoperto chi fosse il suo angelo biondo, ora poteva dargli un nome, poteva pensarlo “reale”, poteva, poteva.. insomma, come sempre, la sua mente cominciò a perdersi dietro i voli della fantasia e, per la prima volta, dopo tanto tempo, il suo cuore stava tornando a sperare. La cosa più brutta che Edoardo le aveva fatto era, infatti, quella di farla smettere di sognare. Aveva ancora in mente la sua aria, così insulsamente ironica, mentre leggeva la sua lettera ; mentre sbandierava a... quella lì i suoi sentimenti ; mentre si divertiva come un matto a ridere del suo amore ; mentre, così facendo, si eccitava e si preparava a fare dell’altro schifosissimo sesso. Lo odiava per questo, non gliene fregava niente che se ne fosse andato con quella poco di buono, ma i suoi sogni, le sue speranze non le doveva toccare, non avrebbe dovuto. E invece l’aveva fatto : nella sua infinita stupidità non era riuscito a capire che valore avesse quella lettera e, come quella, tutte le altre. Diana era convinta che non sarebbe più riuscita, come prima, a “sognare” l’amore e invece, adesso, ancor prima che se ne rendesse conto, la sua mente si stava già perdendo nei meandri della speranza.

venerdì 17 febbraio 2012

Chips di surimi

A qualcuno piacciono le patatine?
Io le adoro ma in dieta sono decisamente PROIBITE!
Ma sul web ho trovato questa ricettina facile, semplice e veloce per ottenere delle simil patatine al gusto di surimi.

Ingredienti
8 bastoncini di surimi (quantità consentita al giorno)

Dukan, Fase Attacco e Crociera

Srotolare i rotolini e tagliarli a pezzettoni, metterli su un contenitore da microonde (io ho usato ilpiatto crisp della Tupperware per fare le patatine fritte) e far andare alla massima potenza per 5 min. Controllare ed eventualmente far andare fino a che non diventano croccanti.

Buon appetito!!!

Minestra di zucca

Uno dei miei piatti preferiti dacché sono nata è la pastina in brodo. La Dukan, per quanto bella e varia possa essere non prevede carboidrati e quindi addio pastina ma una bella minestra??? Giusto per ingannare la mente e  "risciacquare" l'intestino!
Eheheh
Ingredienti
300 g zucca
1/2 cipolla bianca
150 g petto tacchino
150 g formaggio spalmabile
1 dado
lievito alimentare
una manciata di sfilacci di cavallo
Dukan: Fase Crociera, PV


Realizzo la ricetta con l'aiuto del bimby e metto la zucca, la cipolla, 750 ml di acqua e il dado per 30' 100° v.1 (avendo trovato al Gigante la zucca già cotta, ho diminuito il tempo a 10' e la zucca era 500g già pronta).
Alla fine frullare il tutto per 10'' vel. 7
Intanto, mentre la zuppa cuoceva, in una padella antiaderente ho fatto "rosolare" il pollo tagliato a pezzetti e quindi ho aggiunto il formaggio ed ho continuato a rimestare fino a quando non si è sciolto ed amalgamato col pollo.
Ho unito la carne alla zuppa ed ho fatto andare il bimby ancora per 10' 100° v.2.
Alla fine, ho unito una manciata di sfilacci di pollo, una spolverata di lievito alimentare e il gioco è fatto.
Sembra di mangiare una bella minestrina in brodo... gnam gnam

Bamboline spiritose

Eccomi qui, dopo qualche giorno di latitanza in cui malesseri vari della mia bimba ed impegni scolastici l'hanno fatta da padrone, a presentarvi le mie ultime creazioni in pasta di zucchero.
Si tratta di 2 bamboline che rappresentano un pò la caricatura di 2 cari amici nonchè gelatai di fiducia.
Poichè ultimamente stiamo "collaborando" dolcemente allora ho voluto far lor questo omaggio.
Mi sono ispirata alla bravissima Fiorella Balzamo, cake designer campana che ultimamente sta balzando agli onori della dolce cronaca molto spesso.
Grazie ai suoi passo passo ho creato questi due personaggi, pieni ancora di tante imperfezioni, ma carini e fatti col cuore.
Spero piacciano anche a voi
ù




martedì 14 febbraio 2012

Corso decorazione rice crispy

Domenica scorsa, nonostante qualche linea di febbre ed una tosse fastidiosissima, non ho voluto rinunciare a partecipare al corso di decorazione del rct delle mie amiche e insegnanti Laura e Stefy di mammachetorte.
Abbiamo lavorato sul rice crispy alla nutella, creando due dolls per San Valentino e così, dopo 4 ore intense di lavoro ecco il risultato....
SONO ORGOGLIOSA!!!


ecco il lavoro ultimato!!!


lunedì 13 febbraio 2012

Capitolo II


“E quando ti rendi conto che devi ricominciare tutto daccapo,
dentro di te si spalanca un vuoto enorme. Eppure sai che, prima o poi,
riuscirai a riprenderti anche stavolta...”
(L. Sella)

Fece uno strano sogno, Diana, quella notte : “Era ad una festa o, probabilmente, in una discoteca. Un complesso sconosciuto stava strimpellando qualcosa e tutti erano come infervorati da quella musica.
C’era tanta gente, tutti ammassati in un’unica calca, non c’era spazio per muoversi... non si poteva nemmeno ballare. Ma lì, dov’era lei, c’era tanto vuoto. Sembrava che il suo stato d’animo si fosse esteriorizzato e che, quindi, tutto rispecchiasse il suo cuore. In quella confusione, dunque, c’era lei che quasi non sentiva e non vedeva quanto stava succedendo intorno a sé.
All’improvviso le si avvicinò una figura alta, elegante nel portamento : non riusciva a distinguerne i lineamenti, ma intuiva che fosse bello, anzi, bellissimo. Silenziosamente le si fece talmente tanto vicino che con il gomito la sfiorava, delicatamente. Lei poteva sentire la morbidezza del suo golfino sulle braccia, sembrava una carezza : una di quelle carezze che mentre dialogano col corpo sono capaci di far vibrare l’anima. Quasi automaticamente Diana inclinò il capo sul suo petto, ora ne stava respirando il profumo : era stordita da tanto benessere! E fu così che lui alzò il braccio e, dolcemente, l’avvolse. Un abbraccio aveva chiesto e quell’abbraccio, adesso, le stava scaldando il cuore. Si sentì rassicurata, protetta e, soprattutto, non era più sola. Ma voleva vedere il viso di quell’angelo, voleva capire chi era il salvatore che l’aveva trascinata via, in quel momento, da quel vuoto in cui era ormai entrata. Alzò lo sguardo e rimase folgorata : conosceva bene quella figura !”
L’aveva visto qualche anno prima in chiesa. Puntuale ogni domenica sera lui era lì, alla celebrazione della S. Messa. Tutti lo avevano notato : alto, biondo, bello, umile negli atteggiamenti. Impossibile che passasse inosservato ! Anche Edoardo se n’era accorto e provava, per questo, un’insana gelosia. Ogni qual volta il “biondo” arrivava, Edoardo si rivolgeva, con aria fortemente ironica, verso di lei per dirle che il suo  idolo era arrivato. Era infastidita, Diana, da questo atteggiamento ma doveva arrendersi all’evidenza che quel biondino in ultima fila l’aveva colpita davvero.
Avrebbe voluto conoscerlo, ma era fidanzata ; la lealtà ed il rispetto verso il suo ragazzo le impedivano di farlo e, così, pensò bene di toglierselo dalla testa.
Ed ora era lì, nel suo sogno, accanto a lei, ad abbracciarla, a farle sentire tutto il calore, tutta la tenerezza del mondo. Non ci poteva credere : il suo biondo era tornato, e nel momento più opportuno.
Si svegliò un po’ controvoglia, ma sicuramente, più felice. Aveva chiesto a Dio un abbraccio e Lui glielo aveva donato e nella maniera più inaspettata e più dolce possibile.
Diana scostò le tende della sua stanza e sorrise al sole che stava sorgendo in quel momento dal mare : “Buongiorno mondo !” disse all’improvviso, sorprendendo anche sé stessa. Provava una strana euforia dentro, si sentiva... frizzante, solo dopo si accorse che, per la prima volta, dopo tanti giorni, si era alzata senza pensare al suo passato.
Sentiva ancora, su di sé, il calore di quelle braccia che l’avevano avvolta nella notte, nel segreto dei suoi sogni e nell’intimo del suo cuore. Pensò ad una frase di Brown che aveva letto, qualche tempo prima, su uno dei tanti libri di aforismi che arricchivano la sua collezione : “Negli immensi misteri del tempo e dello spazio, io sento le tue braccia intorno alle mie spalle e non ho paura”.
Concentrandosi poteva ancora annusare quel profumo, quella dolce fragranza che sapeva di libertà. Che dono aveva ricevuto ! Non se l’aspettava ; più che altro credeva di non meritarlo, ed invece aveva vissuto un momento di gloria, proprio come l’aveva sempre desiderato, anzi meglio, perché mai e poi mai si era pensata così vicino al suo “biondo”. In fondo quest’ultimo sembrava fosse sbucato dal nulla : nessuno lo conosceva, nessuno sapeva niente di lui. Poi, silenziosamente, se n’era tornato da dove era venuto senza lasciare traccia.
“Devo scoprire chi è, dove abita, cosa fa. Lo voglio conoscere : questa volta non mi scappa !” così pensava Diana mentre, guardandosi allo specchio, decideva cosa indossare. Sulla porta, sua madre la guardava esterrefatta ma felice. Non capiva cosa fosse successo ma, finalmente, la sua bimba si stava risvegliando dal torpore in cui era caduta o, meglio, in cui si era rifugiata. Non osava fare il benché minimo rumore, per non disturbare quel momento così inaspettato e raro. Una lacrima di gioia le rigò il viso, anch’essa in silenzio, rispettosa di quegli istanti. D’improvviso si udì una porta sbattere, Diana si voltò e vide la madre, lì ferma ; quest’ultima ebbe un attimo di smarrimento : temette che l’incantesimo si fosse spezzato e invece, con sua grande sorpresa, sentì la figlia chiederle un consiglio sull’abito da mettere per uscire. L’abbracciò, le schioccò un sonoro bacio sulla guancia ed andò via canticchiando qualcosa.
“Ed il vestito ? Mamma... ma che cosa ti è preso ? Certo che siete tutti matti in questa casa !” 

sabato 11 febbraio 2012

San Valentino

Oggi il tempo non è dei migliori, i bimbi vogliono oziare davanti la tv a vedere un film ed io, che ho un mal di testa allucinante e un pò di febbriciattola, ho deciso di non starmene con le mani in mano e di fare qualcosa per san Valentino.
Considerata la passione per il cake design e per tutto ciò che sa di pasticceria, mi sono data al cioccolato.
Ho preso uno stampino a forma di cuore, ho fuso della cioccolata bianca con del colorante rosso ed ho rivestito lo stampo. Messo in congelatore, ho atteso qualche minuto ed ecco un'altra spennellata e di nuovo congelatore.
E così via, fino a fare 4 metà che poi avrei unito stile uovo di Pasqua.
Ecco qui il risultato, ne sono soddisfatta anche se non sono perfetti ma per essere la prima volta e, soprattutto, non avendo gli strumenti ideali, devo dire che è stato un ottimo lavoro.
Uno contiene una sorpresa, perchè devo regalarlo ad una persona speciale mentre l'altro (destinato al maritino) non ha sorprese ma in compenso la base è un blocco di 200g di cioccolato con le nocciole... gnam gnam


giovedì 9 febbraio 2012

L'angelo biondo


Ed ecco qui il secondo (in realtà primo in ordine cronologico) romanzetto scritto da me anni fa. Spero vi piaccia leggerlo...

L'ANGELO BIONDO
CAPITOLO I

“Eri scia di cometa e ali di gabbiano e giostra fatata.
Ma il tunnel della meraviglia è sbucato in un antro oscuro,
dove hai trovato solo mediocrità, menzogna e squallore...”
(L. Sella)

Era una mattina fresca, il cielo era limpido ed una leggera brezza dondolava, delicatamente, i palmizi nei pressi della spiaggia. Un’altra giornata si affacciava all’orizzonte, un’altra scommessa con la vita che Diana azzardava alla luce di quel mattino, uguale, ormai, a tutti gli altri. Erano già trascorsi circa due mesi da quando il suo Edoardo era andato via dicendole di aspettarlo. Due mesi di attese, di paure, di angosce... di lacrime. Ma lui non tornava  ed al telefono era sempre più vago. Fino a quando - quella sera si era ormai impressa nella mente di Diana - la tremenda verità venne fuori in tutta la sua crudezza.
Era stanca di aspettare ma, soprattutto, sentiva forte la sua mancanza e così decise di andarlo a cercare. Fu proprio allora che lo vide, lì, spiando dalla finestra della sua nuova casa, in compagnia di... lei ; erano a letto, ansanti e felici per quel nuovo ennesimo amplesso che li teneva sempre più uniti. Non si accorsero di lei, di lei che li guardava in un misto di stupore, rabbia, dolore. Due lacrime, poi altre due e poi ancora così, in una serie infinita di sofferenza che le stava spaccando il cuore. Lei, che lo aspettava, lei che contava le ore, mentre immaginava il giorno del loro ricongiungimento ora era lì, fissa a quella finestra, a guardare il suo uomo darsi con tutto sé stesso ad una sconosciuta. Quei baci, quelle carezze, quelle parole, dov’erano quando era stata lei a cercarle ? Dov’erano quegli abbracci, quel malizioso luccichio nei suoi occhi ? Che fine avevano fatto quei progetti, quei sogni fatti insieme e tutto quello che li aveva uniti ?
Non capiva più niente Diana, appoggiata a quel muro così freddo, nella speranza di aver preso un abbaglio.
“No ! Non è lui, non può essere lui - pensava  - vedrai che ti sei sbagliata, non era la sua finestra o magari era un amico a cui aveva prestato la casa per spassarsela con la fidanzata ; lui ti ama ; lui vuole tornare con te ; lui vuole sistemare le cose per sposarti” e poi, di nuovo lì, a quella finestra a scrutare quei due corpi distesi, uno accanto all’altro, stanchi e soddisfatti.
Ad un tratto sentì ridere, si stavano alzando e parlavano. Si acquattò sotto la finestra tendendo l’orecchio per sentire meglio quanto avevano da dirsi i due amanti :
“Allora, anche oggi ti ha chiamato ? Dille di smettere, confessale tutto e facciamola finita ! Prima o poi verrà a sapere di noi, tanto vale che sia tu a dirglielo. È da settembre che andiamo avanti con questa storia, prima dovevamo stare nascosti perché eravate ancora insieme, ma ora... vi siete lasciati, no ? Quindi diglielo e basta !”
“Non è così semplice : se le dico una cosa del genere la uccido. Quella vive per me, non fa niente senza di me. Non fa altro che chiedermi quando torno. Guarda qua cosa mi ha scritto :
“Amore mio,
sono ben 22 giorni che non ti vedo e mi manchi, mi manchi da impazzire ! Riesco ad andare avanti solo perché ho la consapevolezza che stai facendo tutto questo per noi due. Non capisco la necessità di stare separati ma l’accetto, perché sei tu a chiedermelo. Ogni notte mi addormento con il pensiero di te che mi sorridi, penso ai nostri momenti felici, a quando vivevamo l’uno per l’altra... mi pesa questo stare lontani. Mia madre teme che ci sia un’altra donna per lo mezzo, ma io non ti reputo capace di fare queste cose. Tu non sei come tutti quelli che non hanno rispetto per coloro che amano : tu mi sei fedele e so che in questo momento anche tu sentirai la mia mancanza. Sono un’egoista a dire che soffro, perché starai sicuramente peggio di me. A quest’ora ti immagino solo nella tua nuova casetta : non riesci a prendere sonno perché ti manco e così guardi la mia fotografia, poi te la stringi al petto e ripensi alla mia voce. Ecco, ora finalmente dormi ! Quanto ti amo, smetterò mai di dirtelo ? Ora, però, ti lascio, perché anch’io vorrei provare a prendere sonno. Ho preso un ansiolitico, nella speranza che mi aiuti a dormire... staremo a vedere ! Buonanotte amore mio e ricorda : la gioia dei tuoi occhi ti pensa sempre e ti ama più di prima !”

Capisci ora ? Come faccio a dirle di noi ?”
“Certo che, però, è abbastanza stupida quella lì. Come si fa a non capire che c’è un’altra persona nel tuo cuore ? Ti ricordi quella volta che ti telefonai e lei scoprì il mio numero ? Se avesse avuto un briciolo di cervello avrebbe indagato per scoprire di chi fosse...”
“...ed invece ha creduto alla storia che le ho raccontato, e cioè che avevo prestato il cellulare a mio fratello e che, quindi, era sicuramente un numero suo” .
“Ma come hai fatto a stare con una così per tutto questo tempo ?”
“Ma che ne so, chissà cosa mi aveva preso. Sai che ti dico ? Ritorniamo a letto.”
“Chissà che faccia farebbe  se ci vedesse in questo momento !”
“Non ci voglio nemmeno pensare. Ma insomma che aspetti a toglierti questa vestaglia di dosso ?”.
Tutto qui, dunque ? Solo questo era rimasto di lei ? Una vittima da compiangere, una povera stupida da deridere e alla cui faccia si poteva anche godere ? Ma chi, o piuttosto, cosa aveva amato ? Come aveva fatto a non accorgersi di tutte quelle bugie ? Come aveva fatto a fidarsi di quel, di quel... o, al diavolo ! Quanta rabbia aveva dentro, le lacrime le si erano bloccate, non riusciva più nemmeno a piangere.
Quel bastardo l’aveva ingannata. “Da settembre, da settembre”, quelle parole le risuonavano continuamente nella testa. Diana cercava ora di ricordare tutto ciò che accadde in quei nove mesi di tradimento.
Le ritornavano in mente tutte le volte che lui non era andato da lei perché era fuori per lavoro ; e quella volta che le chiese di svolgere per lui tutte quelle commissioni, perché “aveva da fare ?” . Era questo allora che doveva fare ! Andarsene con donnacce ! E c’era riuscito, eccome se c’era riuscito ! Ne aveva una lì, ora, nel letto, pronta a spogliarsi ad ogni suo comando, pronta a “dargli” tutto ciò che voleva ! Però una cosa giusta l’aveva detta quella lì : lei era stata una stupida, una grandissima stupida. Ma adesso basta ! Avrebbe dato una svolta alla sua vita ed Edoardo sarebbe stato solo un ricordo : una malattia da cui bisognava riprendersi, e in fretta !
Ed ora, stesa sul suo letto, Diana ripensava a tutto questo, e continuava a piangere. Si era ripromessa di cambiare vita, ma l’unico cambiamento che riuscì a fare fu quello di tagliarsi i suoi lunghi capelli ricci, che lui aveva amato tanto. Li tagliò corti corti ma, per il resto, non era riuscita a fare niente. Non usciva più, non ne aveva il coraggio. Si sentiva umiliata, ferita ; aveva paura che gli altri la prendessero in giro, che tutti le gridassero dietro : “Stupida ! Come hai fatto a non accorgerti di nulla ?” . E così trascorreva le giornate a casa, chiusa nella sua stanza, sul letto a piangere. A niente servivano le parole dei suoi familiari che la ricoprivano, in ogni momento, di attenzioni : le compravano regali, le facevano trovare tutte le cose che lei di più amava. Si sentiva persa, distrutta, sconfitta. Persino la sua fede cominciava a vacillare. Non riusciva più nemmeno a pregare, fino a quando, una sera, nel silenzio della sua cameretta ritrovò, in un cassetto, una piccola pergamena che le avevano regalato qualche tempo prima. Era il famoso “Messaggio di tenerezza”, di Powers. Lo rilesse accuratamente, piano piano, lasciando che le parole le scivolassero dentro, toccando le corde più profonde dell’anima :
“Ho sognato che camminavo
in riva al mare con il Signore
e rivedevo sullo schermo del cielo
tutti i giorni della mia vita passata.
E per ogni giorno trascorso
apparivano sulla sabbia due orme :
le mie e quelle del Signore.
Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma,
proprio nei giorni
più difficili della mia vita.
Allora ho detto : “Signore
io ho scelto di vivere con te
e tu mi avevi promesso
che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo
proprio nei momenti più difficili ?”
E Lui mi ha risposto :
“Figlio, tu lo sai che io ti amo
e non ti ho abbandonato mai :
i giorni nei quali
c’è soltanto un’orma sulla sabbia
sono proprio quelli
in cui ti ho portato in braccio” :

A mani giunte, lentamente, si inginocchiò ; con i gomiti poggiati sul letto ed il viso segnato dal pianto stette in silenzio a contemplare quelle parole.  Parlavano di speranza, quella stessa speranza che, adesso, invocava per lei. Alzò gli occhi e diresse il suo sguardo verso l’immagine del Gesù misericordioso che le faceva da capezzale - “Confido in te !” - c’era scritto su quel quadro. Si sentì rincuorare e, fiduciosa, levò una preghiera, di quelle semplici ; di quelle che ti escono spontanee dal cuore  : “Signore, aiutami ! Se davvero adesso mi stai portando in braccio, allora, fammelo sentire. Non voglio niente di eccezionale, solo sentire il calore delle tue braccia. Un semplice abbraccio, vorrei, di quelli che ti scaldano l’anima quando hai freddo !
Un abbraccio per capire che non sono sola, offrimelo, ti prego !
Donamelo questa stessa notte, non so come, ma tu donamelo : ne ho, davvero, tanto bisogno

sabato 4 febbraio 2012

La mia torta Simpson

Ed eccola finalmente la torta per il 38° compleanno del mio maritonzolo....
Homer stravaccato sul divano (mi ricorda qualcuno eheheh) dopo essersi "abbuffato" di ciambelle (le famose donuts)... Ha raggiunto il suo Nirvana e, adagiato sul divano, sembra crogiolarsi in un prato colorato di margherite e edera..
Guai a svegliarlo!!!!
Sssst!!!

                                                                                      


Che ve ne pare?

giovedì 2 febbraio 2012

Le mie fette biscottate

L'altro giorno, nello sperimentare una ricetta ho scoperto un modo per ottenere delle buonissime fette biscottate. Leggermente dolci, aromatizzate come meglio ci pare e veramente facili da fare.


Ingredienti
45 g latte scremato in polvere
1 uovo
qualche goccia di aroma a piacere
1 cucchiaino raso di dolcificante adatto alla cottura
Dukan: Fase Attacco e Crociera
Frullare tutti gli ingredienti nel robot da cucina, quindi mettere un cucchiaio abbondante di impasto in ogni pirottino da muffin.
Mettere nel micro e far andare 3' e 1/2 alla massima potenza.
Otterrete dei pallidi muffin morbidi all'inzio ma, pian piano che si freddano, per effetto del latte in polvere iniziano ad indurirsi.
A questo punto affettarli e metterli su una teglia da forno ed infornare 15' a 180°, controllandoli perchè bruciano facilmente.
Qui ho fatto 4 dosi e le ho aromatizzate al limone, mentre l'altro giorno le ho fatte all'anice. 
Buon appetito!!!

mercoledì 1 febbraio 2012

I miei primi biscotti decorati

Ieri ho fatto i biscotti e poichè avevo ancora le decorazioni in pasta di zucchero fatte per l'asta delle torte della scuola (che è stata rinviata), ho deciso di usarle in questo altro modo.
Ho seguito, per i biscotti, la ricetta delle gocciole e sopra ho spalmato un pò di ganache al cioccolato per far aderire il topper (si chiama così???).
Questo è stato il risultato che ha riscosso molto successo tra chi li ha provati.