mercoledì 18 aprile 2012

Uovo di Pasqua con sorpresa

Finalmente posso inaugurare la sezione "L'angolo degli amici"...
Sto letteralmente "tampinando" la mia amica Laura per farmi dare qualcuna delle magnifiche ricette che realizza ma un pò per mancanza di tempo e un pò per mancanza di memoria (hihihihi) non lo ha mai fatto.
Stamattina, appena ho aperto la mia posta ho trovato questa ricetta che voglio postare subito prima che ci ripensi eheheheh.


UOVO RIPIENO da La Cucina Italiana Aprile 2009
Preparare il mezzo uovo di cioccolato + mezzo per la chiusura cioccolato fondente al 65% 1kg per 2 forme di mezzo guscio d'uovo larga cm 16 e alta cm22)... oppure prenderli già pronti. Io l'ho fatto grazie allo stampo che mi ha prestato Nadia.
Preparare il pan di spagna:
montare 3 uova con 110gr di zucchero e un pizzico di sale ottenendo una spuma chiara, poi incorporare 110gr di farina e dividere l'impasto in tre parti. Una lasciatela al naturale, nella seconda unite 10gr di cacao, nella terza 40gr di pistacchi frullati fini con una punta di zucchero. Imburrate 3 teglie (27x20cm) foderatele con carta forno, imburrate e infarinate anch'essa. Distribuite i tre composti formando rettangoli spessi cm 1,5. Infornateli a 180° per 8 min; sformateli, ribaltateli su carta forno spolverizzata di zucchero a velo e lascaiteli raffreddare sotto la teglia.
Montate 300gr di panna fresca con 100gr di ricotta, quanche goccia di essenza fiori d'arancio e 20gr di zucchero a velo.
Preparare 300 g di crema pasticciera 

Per farcire l'uovo:
stendete sul fondo uno strato di crema di panna e ricotta, proseguire con uno strato di fragole tagliate a fettine, pan di spagna al pistacchio imbevuto in una miscela di liquore e acqua, crema pasticciera, pan di spagna al cacao anch'esso imbevuto, ancora panna alla ricotta, pan di spagna al pistacchio imbevuto, crema, fragole, pan di spagna al pistacchio. Completate con un unltimo strato di panna e ricotta, fermandovi mm5 sotto il bordo.
Per la decorazione: partendo dalla base, stendete una striscia di crema, procedete con una striscia di pan di spagna al naturale, una di panna alla ricotta, 2 fettine di pan di spagna al pistacchio posate in modo che se ne veda la sezione, una fila di fragole a fettine. " fettine di pan di spagna al cacao, con la sezione in vista, una di crema; una striscia di pan di spagna al naturale; una fila di lmaponi, due fettine di pan di spagna al pistacchio con sezione in vista, e una striscia di panna alla ricotta. Livellate premendo, coprite con pellicola e ponete in frigo per 2 ore. Servite il mezzo uovo farcito coperto dal mezzo uovo vuoto, per nascondere il ripieno a sorpresa. 

bello vero???? E brava Laura!

sabato 7 aprile 2012

Lollipop per la fiera

Domenica prossima parteciperò ad una piccola festa di quartiere dove ci saranno alcune bancarelle per hobbisty.
Io porterò i miei lollipop sperando abbiano successo....
Ne ho fatti di vari tipi:

I vestitini delle bambole...

Le borsette...

Le scarpine.... (tutto in rigoroso coordinato!)

 L'onnipresente Hello Kitty...

 L'intremontabile Spank...


Gli omini dal cuore caldo...

I fiorellini pucciosi...

Il solitario Tigro....

Lavori in corso per Pasqua

Per questa Pasqua ho avuto un'idea geniale (così credevo!!!): fare io le uova per i bambini.
Ma poichè l'appetito vien mangiando, perchè limitarsi ai bimbi?
E così eccone uno per me e mio marito, uno per i miei genitori ed uno per i parenti che visiteremo il giorno di Pasqua.
Un lavoraccio: temperaggio del cioccolato (non proprio semplice soprattutto per il cioccolato bianco e quello al latte, non disponendo della strumentazione necessaria), varie passate nello stampo per ottenere il giusto spessore... e infine un gustoso mezzo uovo farcito di ganache al cioccolato e guarnito con zuccherini colorati e tanti deliziosi confetti-pulcini tutti colorati.
Spero vi piacciano!!!


Lavori in corso....

 Confezionamento: 
Il mio e di mio marito (ignoro la sorpresa!): Nocciolato fondente da un lato e nocciolato gianduia dall'altro

 Dei miei: tutto fondente al 75%

 Di Gabry: tutto al latte

Di Miriam: Latte fuori e bianco dentro (tipo kinder per intenderci)


Dei parenti: da un lato tutto fondente e dall'altro fondente fuori e bianco dentro

L'uovo con i pulcini...

cercherò poi di postare le foto dell'apertura eheheh...

Ecco la torta del mio compleanno

E' da un pò che non aggiorno il mio blog, ma purtroppo gli impegni, il pc sempre occupato da ...altri... e quel pò di idiosincrasia che sempre mi assale (solo a me?) col fiorire della primavera... insomma: UN CASINO!
Ma ora, approfittando di un attimo di quiete e volendo riposare la schiena un pò troppo provata dalle fatiche degli ultimi giorni, ho deciso di aggiornare il blog con qualche fotina.
Settimana scorsa è stato il mio compleanno. Ben 39 anni! Gli ultimi della trentina, proprio per questo, nonostante non avessi voglia di festeggiare, mi è sembrato giusto onorare la mia trentina che si appresta ad andarsene con una torta.
Ne ho fatta una piccina, la solita mudcake al cioccolato che mi piace da morire.... Farcita con ganache al cioccolato bianco e fragole, ricoperta di ganache al cioccolato fondente e poi decorata con la pdz.
Ho pensato mille volte al soggetto da fare e credo che ne avrò pensati almeno 4/5 poi la scelta è ricaduta sulla scatola di cioccolatini per due ragioni: era poco impegnativa e mi piaceva l'idea.
Questo è il risultato.... era buona ed anche bella.....




mercoledì 14 marzo 2012

E alla fine arriva... un premio!

Internet, si sa, è una grande risorsa... oltre a diffondere "potenzialmente" ciò che vogliamo nell'universo degli internauti, ci offre la possibilità di fare amicizie spesso non solo virtuali.
Così è che grazie ad Internet ho conosciuto loro, le mitiche Laura e Stefy creatrici del blog www.mammachetorte.com che, con la loro semplicità, simpatia e disponibilità mi hanno dato davvero tanto.
Tra le altre cose, mi hanno conferito anche questo premio che ho molto gradito e così lo metto subito


Adesso non mi resta che dire 7 cose di me (ommammiasantissima!!!) e passare il testimone ad altri 15 blogger...
Iniziamo
1) sono una mamma fortunata ad avere due gioielli per pupi (non hanno ancora iniziato a far casino e quindi sono in buona ;-))
2) mi piace darmi da fare e fare bene
3) il mio motto è: fai quello che devi fare ma fallo con passione o non sarà una cosa buona
4) ultimamente mi piace pasticciare con pasta di zucchero e cioccolato (alla faccia della dieta)
5) mi piace cucinare e sperimentare cose nuove
6) mi piace avere una cucina corredata (forse troppo) di utensili e attrezzi utili
7) una mia passione è cercare di aiutare chi è in difficoltà, soprattutto i miei alunni, e non mi dò per vinta fino a quando non ci sono riuscita.

Ufffffff, ce l'ho fatta.....
Adesso il prossimo step sono i 15 blogger....
per questo passaggio mi riservo di selezionare i miei 15 blog preferiti sperando di non duplicare loro il premio.
GRAZIEEEEEEEEEEEEEE

domenica 11 marzo 2012

Lecca Lecca "generosi"

Ieri pomeriggio sono stata alla festa del secondo compleanno della figlia di una mia amica, nonchè maestra di cake.... Ai bambini ha poi regalato un simpaticissimo lecca lecca a forma di Minù (la dolcissima gattina degli aristogatti) tutto in pasta di zucchero.
Dovendo preparare dei dolcetti per la vendita di beneficenza della scuola, ho pensato bene di rubarle l'idea e preparare un mix di personaggi amati dai bambini, ognuno rigorosamente sul suo bastoncino.
Eccoli qui.....

Under construction....









venerdì 2 marzo 2012

Capitolo V


“ Amare, venire spesso feriti e amare di nuovo :
questa è la vita coraggiosa e felice.”
(S. E. Buckrose)

Trascorse circa una settimana, da quella sera, senza che ci fossero state novità esaltanti. L’unico episodio nuovo, infatti, fu che Diana era riuscita ad avere il suo numero di telefono. Lo ripose gelosamente nel portafogli, quindi, cominciò a preparare i bagagli: tutta la famiglia, infatti, stava per partire per la consueta vacanza d’agosto, in montagna. “Un mese passa in fretta”  pensò tra sé e sé mentre, con la macchina, si lasciava alle spalle il suo mare, i suoi amici ... il suo Gabriele. Giunse a destinazione che era ormai sera ; giusto il tempo di disfare la valigia e poi, “a nanna”. Aveva fretta di stendersi sul letto e pensare... sognare. Prima di prendere sonno rivolse una preghiera al suo Signore affinché stesse vicino a quel dolcissimo angelo biondo e, subito, si addormentò. Il giorno dopo conobbe Isabella, una ragazza pacioccona con due grandi occhi dolci, che la prese subito in simpatia. Diana sentì che si poteva fidare di lei e così cominciò ad uscirci insieme. Dopo pochi giorni erano diventate amiche per la pelle, unite da un grande affetto ed una profonda stima.
Fu così che, una sera, Diana raccontò alla sua amica della dolorosa esperienza vissuta con Edoardo; dei brutti momenti che aveva trascorso e che, anche se più raramente, stava ancora vivendo ; della speranza che era nata dopo quel sogno e, quindi, del suo Gabriele. Si capiva bene, da quelle parole, che c’era in lei un’immensa voglia di ricominciare ; l’ardente desiderio di tornare ad amare ma, questa volta, la persona giusta. Le raccontò di come avesse perso anche la passione per la poesia : lei, che aveva sempre amato comporre inni che inneggiassero all’amore, alla vita, adesso non riusciva più nemmeno a tenere la penna in mano. Si soffermò, con una nota di dolore, sul giorno dell’addio e su quello della scoperta della verità e, prese, nuovamente, a piangere per quell’umiliazione così profonda che, sicuramente, non meritava. L’amica l’ascoltava attenta, in un misto di dolore e tenerezza. Non riusciva a capire come avessero potuto farle tutto quel male, con quale coraggio la si era tradita così spudoratamente. Non sapeva cosa dire, ma qualcosa doveva pur fare e così, all’improvviso, esordì : “Perché non usi quel numero di telefono ?”. Diana la guardò incredula : non capiva se stesse scherzando oppure facesse sul serio. Non aveva mai pensato all’ipotesi di una telefonata ; aveva, si, conservato il numero ma, certamente, non per usarlo. Tuttavia, si accorse che l’idea la stuzzicava e non poco. In fondo, non avrebbe dovuto dirgli per forza chi era, per cui, se fosse andata male, lei non avrebbe rischiato nulla e nessuno avrebbe potuto prenderla in giro o, peggio ancora, parlare male di lei. “Ci penserò, prometto : stasera ci penserò !”. Dopo cena andò subito a coricarsi : infatti, nella solitudine della sua stanza riusciva a isolarsi dal mondo e pensare, finalmente, a se stessa. Cercò mille ragioni che la distogliessero dall’idea di telefonargli ma nessuna di queste le sembrò valida. Decise, pertanto, di chiamarlo la sera successiva : avrebbe finalmente sentito la sua voce e, chissà, magari avrebbe anche capito che genere di persona fosse.
Trascorse la notte in bianco ma, questa volta, non per i soliti incubi che la ossessionavano, bensì perché cercava di immaginare cosa avrebbe potuto dire l’indomani al suo angelo. Cercava di costruire un discorso che fosse, il più possibile, sensato. Le avrebbe sicuramente chiesto come si chiamava e lei, cosa avrebbe risposto ? Certamente non poteva dirgli il suo vero nome : doveva inventarsene uno al più presto ! Federica, si, gli avrebbe detto che si chiamava Federica : le era sempre piaciuto questo nome e, poi, le ricordava una sua vecchia compagna di scuola con cui aveva condiviso tante belle esperienze ; era convinta che le avrebbe portato fortuna. Certo, non era un bell’esordio : iniziare con una bugia non era certo il massimo della vita, ma doveva pur tutelarsi in qualche modo. Nel piccolo centro dove abitavano le voci facevano in fretta a circolare e, il più delle volte, circolavano sempre nel senso sbagliato. Sicuramente, se la cosa fosse andata avanti fra di loro, lui le avrebbe perdonato questa piccola falsità altrimenti... che angelo era ?
Sentì rumori provenire dalla cucina e capì che doveva essersi fatto giorno. Si alzò e vide la madre che stava preparando la colazione :
“Buongiorno, dormito bene questa notte ?”, la mamma le stava sorridendo ed, intanto, scrutava sul suo volto per trovarvi i segni dell’insonnia.
“Buongiorno. Non preoccuparti, ho dormito” mentì, ma proprio non sapeva come spiegarle che le ragioni della sua veglia, questa volta, erano state ben altre.
In tarda mattinata telefonò ad Isabella per comunicarle la sua decisione e per prendere accordi per la serata. Dall’altra parte del filo l’amica si complimentava con lei per la scelta ed, in cuor suo, sperava che tutto andasse per il meglio : Diana se la meritava un po’ di gloria ed era sicura che ci sarebbe stata, finalmente, per lei la pace, dopo tutta quella tempesta. Decisero di incontrarsi per le 21 :00, così avrebbero avuto tutto il tempo di “rifinire” i particolari per quella telefonata.
La serata era tranquilla ma si sentiva l’aria frizzante di montagna.
Raggiunsero con la macchina una cabina telefonica un po’ appartata e, dopo un rapido sguardo al cielo Diana s’incamminò per telefonare.
“E’ la notte di S. Lorenzo - pensò - chissà se lassù c’è una stella pronta a cadere per esaudire i miei desideri. Vorrei tanto non essermi sbagliata, vorrei tanto... che fosse la persona giusta”. Infilò la scheda nell’apparecchio telefonico, trasse un profondo respiro e, con le mani tremanti, cominciò a digitare il suo numero : cifra dopo cifra... “Ecco, ora squilla !”.

Capiitolo VI


“Tu esisti, ed io ti ho incontrato :
che altro potrei desiderare di più ?”
(L. Sella)

“Pronto, chi parla ?”, le chiese una ragazza dall’altra parte del filo ; il momento era giunto, dunque : ora toccava a lei. “C’è Gabriele ?”
“Un attimo... Pronto ?”
Era così dunque la sua voce, pacata e caldissima : non poteva essere altrimenti per un angelo !
“Pronto, pronto ?”
“Eh scusa, mi ero distratta un attimo, sei Gabriele, vero ?”
“Si, ma con chi parlo?”
“Con un’amica !”, quanto era stata banale ! ! !
“D’accordo, ma come ti chiami ?”
“Sono... Federica e ti ho chiamato perché, perché... volevo conoscerti” - disse questo tutto d’un fiato, quasi senza respirare.
Continuarono a chiacchierare per circa un quarto d’ora. Quindici minuti che furono quindici ore per Diana che, ancora, non riusciva a credere che stava parlando proprio con lui, con il suo sogno, con il suo angelo ! “Mio Dio - pensò - sta accadendo proprio a me”. Lui fu molto gentile . Le disse che avrebbe avuto piacere di conoscerla di persona : non era , infatti, corretto che lui non sapesse con chi stesse parlando.
Lei provò a spiegargli le sue ragioni ; gli raccontò le sue paure, ciò che aveva passato ma, ben presto, si rese conto che aveva a che fare con una persona per bene : sentì di potersi fidare di lui ! Chiuse il telefono ancora un po’ stordita. Si era preparata tanti discorsi ma, alla fine, non ne aveva fatto nemmeno uno. Ripensava alla tenerezza di quella voce, alla gentilezza che le aveva usato. Le aveva detto di farsi sentire quando avrebbero avuto la possibilità di uscire insieme, tranquillizzandola circa le chiacchiere della gente. Entrò nella macchina di Isabella e, rivolgendo gli occhi all’amica disse. “E’ lui !”.
Restarono in macchina fino a tarda notte, semplicemente guardando le stelle. Era una notte favolosa e per la prima volta, nella sua vita, Diana credette nella magia del 10 agosto : la notte delle stelle cadenti in cui tutti i sogni si avverano.
Si sentì in colpa per non avergli detto il suo vero nome. Non voleva, assolutamente, che lui la credesse poco seria e così decise di inviargli una lettera, il giorno dopo. Arrivata a casa provò forte l’impulso di scrivere : dentro di lei si stava risvegliando qualcosa. Prese un foglio di carta e, pensando a lui, cominciò a comporre :
Parlami di te, se questo ti lusinga
oppure taci e godiamoci il silenzio.
Lascia raccontare agli occhi la grandezza del tuo cuore
e poi scruta nei miei : leggerai la mia anima.
E, alla fine, stanchi del vociare del silenzio
chiuderemo gli occhi e aspetteremo... l’infinito !”

Lesse e rilesse quelle parole : ne era fiera ! Era, nuovamente, riuscita a scrivere qualcosa ed il merito era tutto suo, del suo preziosissimo angelo. Ora si che poteva dormire tranquillamente ; gli incubi non le avrebbero rovinato quei momenti : non lo avrebbe permesso !
Il mattino arrivò placidamente ; dalle persiane s’intravedevano i raggi del sole che facevano capolino, timidamente, quasi avessero paura di svegliarla. Ma Diana era già sveglia e sorrideva ; sorrideva a quello spettacolo mattutino offertole gratuitamente da madre natura.
In casa c’era silenzio : dormivano ancora tutti e, così, decise di approfittare di quella calma per scrivere la sua lettera. Gli avrebbe rivelato la sua vera identità ; gli avrebbe spiegato meglio le ragioni del suo comportamento ; gli avrebbe lasciato il suo numero di telefono, così lui l’avrebbe potuta chiamare se avesse voluto. La scrisse tutta d’un fiato e, quando la madre si alzò, lei aveva già finito di trascrivere in bella copia tutto quello che il suo cuore le aveva dettato.  La spedì quella stessa mattina affidando, a quel pezzo di carta, le sue speranze.
Ora, si trattava solo di attendere. Doveva aspettare che lui si facesse vivo : furono i giorni più lunghi della sua vita. Ne passarono cinque senza che il telefono squillasse ! Ormai, aveva perso ogni speranza : non l’avrebbe mai chiamata. Ripensava a quanto gli aveva scritto, forse aveva sbagliato qualcosa, ma cosa ? Era stata abbastanza chiara con lui, glielo aveva detto che voleva solo la sua amicizia : “Mi piacerebbe, tuttavia, telefonarti qualche altra volta, così, giusto per parlare anche se mi rendo conto che la sera arrivi a casa abbastanza stanco e, quindi, non hai certamente voglia di stare al telefono con un “fantasma”... fuori di testa.”. Forse lui non le aveva creduto e, leggendo fra le righe, aveva pensato che fosse tutta una scusa per uscire insieme e... provarci. Arrivò così il sesto giorno : era pesante, adesso, alzarsi la mattina. Un altro giorno di silenzio : non avrebbe retto. Doveva uscire, svagarsi, pensare ad altro. Chiamò Isabella e uscirono insieme subito dopo. All’improvviso si udì un telefono squillare, Diana lo prese, svogliatamente, dalla borsa credendo si trattasse di uno dei tanti squilli che, da un po’ di tempo, le stavano arrivando ma, con sua grande sorpresa, lesse sul display che si trattava proprio di lui : di Gabriele. Rispose tremando : “Pronto, chi parla ?”
“Sono... un amico !”
Si metteva pure a fare il simpatico, adesso, ma quella battuta le piacque assai. Parlarono per circa un’ora, raccontandosi le reciproche esperienze ; le proprie passioni ; la propria vita. Sembrava fosse davvero un bravo ragazzo : semplice, tranquillo, schietto ma, soprattutto, dolce, di una dolcezza che Diana, sicuramente, ignorava ma di cui, si rendeva conto, aveva un gran bisogno. Le aveva dato l’impressione di essere una persona molto sensibile e, cosa non trascurabile, molto attenta ai problemi del prossimo. Forse questa volta aveva fatto davvero centro, ma chi le dava questa certezza ?
Cominciarono ad affollarsi, nella sua mente, tanti dubbi, tanti timori ma la cosa che, più di tutte, la terrorizzava era la possibilità che lui la rifiutasse. Come avrebbe potuto sopportare di sentirsi, nuovamente, respinta ? Non le era bastata la precedente esperienza ? Sentiva la testa che le scoppiava : era felice, sicuramente, ma aveva tanta paura.
Confidò all’amica i suoi pensieri : forse parlandone sarebbe riuscita a scacciare quei fantasmi una volta per sempre. Le fece bene quella confidenza. In ogni caso, aveva trovato in Isabella un valido sostegno morale e, così, decise di non pensarci almeno fino a quando non fosse rientrata a casa. Lì l’avrebbe chiamato ; sarebbero usciti insieme, per come si erano detti, e poi... “se sono rose fioriranno !”.  

mercoledì 29 febbraio 2012

Soggetti per torte in pdz

Ecco le altre mie creature in pdz.
Non sono ancora perfette ma migliorerò.
Fra pochi giorni vorrei cimentarmi in una torta... vedremo cosa ne verrà fuori...







Anticipazioni di Pasqua

Ultimamente sono un pò latitante. Questo è il guaio di quando hai i bambini (entrambi!!!) a casa e non puoi farli uscire... Devi tenerli occupati in qualche modo altrimenti esplodono (loro) e scleri (TU)!
Così, stamattina, per fare star tranquillo Gabriele e provare le mie doti di "cioccolatiera" ho voluto provare a fare un uovo di Pasqua e, giusto per semplificarmi il compito, l'ho fatto stile kinder: al latte fuori e bianco dentro.
Qualcuno di mia conoscenza, amante del fondente, storcerà il naso ma il risultato è stato davvero bello, almeno per me che ho sempre comprato le uova mai e poi mai pensando di riuscire a farlo io.
Non ho fotografato tutti i passaggi ma, avendo deciso di fare io le uova a Pasqua, lo farò successivamente.
Ho fatto le foto solo alle uova in stampo e poi alla loro unione e quindi rottura con ritrovamento dell'agognata sorpresa.
Spero vi piaccia, per Pasqua conto di fare anche qualche decoro ehehehe





mercoledì 22 febbraio 2012

Capitolo IV


“Sto davanti a te come di fronte ad una cascata di fuochi d’artificio nella notte.
E non finisco mai di stupirmi.”
(L. Sella)

Quella notte Diana non riuscì a chiudere occhio : era eccitata all’idea di poter conoscere Gabriele ma, al contempo, aveva paura, una paura matta di fallire ancora una volta. Era stata troppo bruciante la delusione e, forse, si era scottata più del previsto.  Ora, aveva tanta voglia di ricominciare, però temeva di trovarsi di fronte un altro bastardo che l’avrebbe fatta soffrire e, per quanto si sforzasse, vedeva solo falsità. Provò a dormirci sopra, a non pensarci più, ma non appena chiudeva gli occhi le si presentava sempre la solita scena : “Edoardo e la sua nuova fiamma, su quel letto, ad amoreggiare spudoratamente ; a gridare la loro soddisfazione ; a ridere di lei, della sua semplice ingenuità ; a prendersi gioco del suo amore”. Non ce la faceva più a reggere quella situazione. Le compresse che prendeva non le facevano più niente, ormai. Pianse amaramente, nella solitudine buia della sua stanza ; pianse e sfogò così tutto il suo dolore fino a quando, ormai stanca, si addormentò. Dormì fino a tarda mattinata e quando si destò si sentì improvvisamente meglio : aveva l’animo più leggero, più sereno. Si guardò allo specchio, quegli occhi gonfi tradivano, ancora una volta, il suo cuore a pezzi ; ricompose al meglio la sua faccia e scoppiò a ridere per le smorfie che, intanto, stava facendo a sé stessa : era davvero buffa ! Chissà cosa avrebbe pensato Gabriele se l’avesse vista mentre imitava, alquanto malamente, il pesce palla. “Gabriele... che bel nome ! - pensò - Non un angelo mi hanno mandato, bensì un arcangelo !”. Squillò subito il telefono :
“Buongiorno principessa - esordì  Miriam - trascorsa bene la notte ?”
“Ottimamente, grazie a te. È bello svegliarsi al mattino sentendosi chiamare principessa, dovresti farlo più spesso !”
“Ci penserò ! Allora che mi dici ? Usciamo insieme anche stasera ? Magari riesci anche a conoscerlo !”
“Va bene allora, solita ora, solito posto : mi raccomando la puntualità ! Ciao”
Era cominciata bene, e se è vero che il buon giorno si vede dal mattino, quella sarebbe stata davvero una bella giornata. Le ore volarono per Diana che, in maniera più o meno palese, era alquanto agitata nell’attesa che si facessero le 22 :00. Si ritrovò, quindi, a passeggiare con i suoi nuovi amici, a ridere, a scherzare e, intanto, aspettava che lui arrivasse. Puntuale come un orologio, Gabriele posteggiò la moto al solito posto e scese con quel suo fare semplice, ma estremamente sicuro. La sigaretta in bocca, per scaricare tutte le tensioni di quella giornata di lavoro ; si sedette sul muretto con i suoi amici e, dopo un po’, si mise a discutere con loro senza accorgersi che, poco distante da lui, una ragazza lo spiava incuriosita ed affascinata : non poteva certamente immaginare che di lì a poco la sua vita sarebbe giunta ad una svolta importante. Diana, intanto, lo osservava da poco lontano : seguiva ogni sua mossa. Lo guardava fumare, seguiva il movimento del suo torace che inspirava ed espirava regolarmente ; si soffermò con più interesse quando lo vide discutere animosamente, gesticolando spesso ma in maniera gentile.
“Dai, su, fermalo ! Digli che lo vuoi conoscere, se vuoi glielo dico io per te”.
“Ma sei pazza ? Mi vuoi vedere morta ? Figurati se quello vuole conoscere me ! Hai notato quante belle ragazze ha vicino ? Chissà con quante di loro è stato. Pendono tutte dalle sue labbra. No, non fa per me ! E’ meglio che ce ne andiamo, Miriam, che qui si mette male stasera”.
Un po’ delusa Diana si avviò, con l’amica, verso casa non prima, però, di avergli lanciato un ultimo sguardo. “Ciao angelo mio - pensò - chissà se... ma figurati ! ! !”

martedì 21 febbraio 2012

Capitolo III


“Tu esisti vero ?
... attraverserai in punta di piedi il buio della notte
per venire a dipingere di colore i miei sogni ?
... e mi porterai lassù, con te,
a vedere l’altra faccia della luna ?
(L. Sella)

Diana non sapeva da dove iniziare le ricerche : non sapeva niente di questo “Fantomas”, tranne che era cattolico. L’ultima volta che l’aveva visto risaliva a circa un anno prima. Poteva essere successo di tutto nel frattempo : poteva essersi fidanzato e, perché no, poteva anche essersi sposato. E poi, non sapeva dove abitava, poteva essere stato benissimo di passaggio, magari era uno di quei militari che sono soggetti a continue trasferte e, in questo momento, poteva essere chissà a quanti chilometri di distanza. Non sapeva cosa facesse, dunque, quanti anni avesse, niente.. non sapeva proprio niente.
“Diana, ehi, Diana sei proprio tu ?”
Una voce la colse all’improvviso, facendola sobbalzare !
“Mamma mia, quanto sei dimagrita ! E i capelli ? Cosa hai fatto ai capelli ? Ma lo sai che stai proprio bene ?”
Era Miriam, una sua vecchia amica. La vide venirle incontro a braccia aperte e, prima ancora di poter replicare, se la sentì addosso mentre la stringeva in un abbraccio affettuoso.
“Ciao, Miriam, come stai ? Che piacere vederti !”
“Dove l’hai lasciata la tua dolce metà ?”
Sentì una morsa attanagliarle il cuore. Le sfuggì una lacrima e, con la voce rotta dal pianto, riuscì a dirle in un fiato : “Ci siamo lasciati !”.  Vide l’amica mortificarsi fino all’inverosimile e, riprendendo in fretta il controllo di sé, la tranquillizzò.
“Non ti preoccupare, è acqua passata ormai. Sai com’è, parlarne è rinnovare un po’ quel dolore ma, in fondo, dovrò farci l’abitudine. Non posso certo pretendere che la gente faccia finta di niente. È normale che mi si chieda di lui, dopo tutto il tempo che siamo stati insieme... Sai che sono in tanti a credere che fossimo sposati ! Ma cosa mi dicevi prima... che mi trovi in forma ? In effetti, sono dimagrita un po’, poi ho cambiato look per cui sembro diversa ! Come vedi, quindi, non mi ha fatto poi tanto male restare single”.
 “Scusami, non potevo sapere ! Mi dispiace davvero, ma se le cose non andavano bene allora è meglio così. Ma proprio proprio non c’è niente da fare ?”
“Ora lui vive con un’altra ! Aveva questa storia da un bel po’ di tempo, ma io l’ho saputo solo ora. Ma ora basta parlare di lui, ok ?”
“Si, hai ragione, anzi sai che cosa ti dico ? Ti va di uscire stasera ? Magari, chissà, facciamo anche qualche bell’incontro!”
“Sarà un piacere, allora ci vediamo verso le 22 :00 sotto casa mia, va bene ?”
“A stasera allora, ciao e, sempre in gamba !”
“Puoi contarci, ciao !”
Diana poteva così tirare un sospiro di sollievo. Non era passata ancora mezz’ora da quando era uscita e già aveva rimediato la compagnia per quella sera. Le andava proprio di uscire e Miriam era la persona giusta : buona, sincera e, soprattutto, discreta. Non poteva chiedere di più. Magari poi avrebbe fatto qualche bell’incontro e, cosa ancora più bella, avrebbe potuto sapere qualcosa sul suo biondo.
Indossò, per la serata, un pantalone blu appena comprato ; gli abbinò sopra una giacca verde che lasciava intravedere un top di seta blu ; scarpe con un po’ di tacco ; un leggero trucco al viso (quel tanto che bastava a coprire le occhiaie) ; una spruzzata di Chanel n. 5 e via, fuori, all’aria aperta. La serata era calma, non c’era vento e l’afa di luglio sembrava si fosse concessa una pausa. Andava tutto bene dunque, ora le restava solo di prendere qualche informazione. L’occasione non tardò ad arrivare e fu proprio la sua amica a fornirgliela.
“Ehi Diana, che ne dici di conoscere nuova gente ? Così, tanto per trascorrere al meglio la serata, poi può essere che ti trovi bene e, magari, decidi di uscire con noi anche nelle prossime sere. Allora, ti va ?”
“Certo che mi va. Sono stanca di stare chiusa in casa a piangermi addosso. Vorrei gettarmi il passato alle spalle ed iniziare una nuova vita. Mi piacerebbe conoscere brava gente e se, poi, è anche bella tanto meglio. Per esempio che mi dici di quello lì ?”
Con sua grande sorpresa, Diana aveva visto, proprio in quel momento, lì davanti a sé, il biondo e, così, approfittando del discorso, lo additò a Miriam nella speranza di sentirsi dire qualcosa.
“Certo che ti accontenti di poco ! Vorrei conoscerlo anch’io quello lì e ti assicuro che se lo conoscessi te lo presenterei. È carino, vero ? Se t’interessa, posso giusto darti qualche informazione : una mia amica gli faceva la corte, tempo fa, e così so qualcosa su di lui. So che si chiama Gabriele, che fa l’operatore sanitario presso una clinica privata e che è un gentiluomo. Pensa che, dopo tante insistenze da parte della mia amica, lui accettò di uscirci insieme ; la portò fuori a cena e, dopo averle fatto trascorrere una serata, a dir poco, meravigliosa, le spiegò, con una gentilezza fuori dal comune, che non era il caso di insistere perché non ne valeva la pena. Le consigliò di trovarsi una persona che la sapesse apprezzare per come meritava, perché lui non ne era capace. Insomma, fu talmente gentile che la mia amica, pur avendo il cuore a pezzi, lo ringraziò di tutto. A pensarci bene, ce lo vedo vicino a te, te lo meriteresti uno come lui, dopo tutto quello che hai passato. Se vuoi chiediamo un po’ in giro e vediamo se riusciamo a sapere qualcos’altro, va bene ?”
“Frena, frena - cercava di farsi vedere tranquilla, ma il cuore intanto le batteva così forte, che sembrava le volesse uscire dal petto - guarda che dicevo così, tanto per dire. E poi, non mi va che si sappia in giro che c’è qualcuno che mi piace. La gente non ci impiega molto a pensare male, e già ne ho dovute sentire abbastanza : ci manca solo che mi accusino di essermi “consolata” troppo in fretta, o cose del genere. Poi, senti e senti, passo io per la poco seria della situazione ! Sarebbe il colmo, il massimo dell’assurdità. No, no, non se ne parla proprio”.
 “Non posso darti tutti i torti, però... non è detto che dobbiamo dire per forza che sei tu l’interessata, lascia fare a me e se poi credi che il gioco si stia facendo troppo pesante o, comunque, pericoloso, allora la finiamo subito, che ne dici ?”
“Va bene, mi hai convinto. In fondo cosa ho da perdere ? E poi, ne vale la pena”.
Cominciò, così, la caccia alle notizie e, a fine serata, erano riuscite a sapere davvero tante cose su di lui : aveva 33 anni, abitava poco distante da lì, era un ragazzo abbastanza serio, riservato, senza grilli per la testa. Amava lo sport, teneva ai sentimenti e, cosa ancora più interessante, era libero da impegni sentimentali. Diana non riusciva a crederci : nel giro di poche ore aveva scoperto chi fosse il suo angelo biondo, ora poteva dargli un nome, poteva pensarlo “reale”, poteva, poteva.. insomma, come sempre, la sua mente cominciò a perdersi dietro i voli della fantasia e, per la prima volta, dopo tanto tempo, il suo cuore stava tornando a sperare. La cosa più brutta che Edoardo le aveva fatto era, infatti, quella di farla smettere di sognare. Aveva ancora in mente la sua aria, così insulsamente ironica, mentre leggeva la sua lettera ; mentre sbandierava a... quella lì i suoi sentimenti ; mentre si divertiva come un matto a ridere del suo amore ; mentre, così facendo, si eccitava e si preparava a fare dell’altro schifosissimo sesso. Lo odiava per questo, non gliene fregava niente che se ne fosse andato con quella poco di buono, ma i suoi sogni, le sue speranze non le doveva toccare, non avrebbe dovuto. E invece l’aveva fatto : nella sua infinita stupidità non era riuscito a capire che valore avesse quella lettera e, come quella, tutte le altre. Diana era convinta che non sarebbe più riuscita, come prima, a “sognare” l’amore e invece, adesso, ancor prima che se ne rendesse conto, la sua mente si stava già perdendo nei meandri della speranza.

venerdì 17 febbraio 2012

Chips di surimi

A qualcuno piacciono le patatine?
Io le adoro ma in dieta sono decisamente PROIBITE!
Ma sul web ho trovato questa ricettina facile, semplice e veloce per ottenere delle simil patatine al gusto di surimi.

Ingredienti
8 bastoncini di surimi (quantità consentita al giorno)

Dukan, Fase Attacco e Crociera

Srotolare i rotolini e tagliarli a pezzettoni, metterli su un contenitore da microonde (io ho usato ilpiatto crisp della Tupperware per fare le patatine fritte) e far andare alla massima potenza per 5 min. Controllare ed eventualmente far andare fino a che non diventano croccanti.

Buon appetito!!!

Minestra di zucca

Uno dei miei piatti preferiti dacché sono nata è la pastina in brodo. La Dukan, per quanto bella e varia possa essere non prevede carboidrati e quindi addio pastina ma una bella minestra??? Giusto per ingannare la mente e  "risciacquare" l'intestino!
Eheheh
Ingredienti
300 g zucca
1/2 cipolla bianca
150 g petto tacchino
150 g formaggio spalmabile
1 dado
lievito alimentare
una manciata di sfilacci di cavallo
Dukan: Fase Crociera, PV


Realizzo la ricetta con l'aiuto del bimby e metto la zucca, la cipolla, 750 ml di acqua e il dado per 30' 100° v.1 (avendo trovato al Gigante la zucca già cotta, ho diminuito il tempo a 10' e la zucca era 500g già pronta).
Alla fine frullare il tutto per 10'' vel. 7
Intanto, mentre la zuppa cuoceva, in una padella antiaderente ho fatto "rosolare" il pollo tagliato a pezzetti e quindi ho aggiunto il formaggio ed ho continuato a rimestare fino a quando non si è sciolto ed amalgamato col pollo.
Ho unito la carne alla zuppa ed ho fatto andare il bimby ancora per 10' 100° v.2.
Alla fine, ho unito una manciata di sfilacci di pollo, una spolverata di lievito alimentare e il gioco è fatto.
Sembra di mangiare una bella minestrina in brodo... gnam gnam

Bamboline spiritose

Eccomi qui, dopo qualche giorno di latitanza in cui malesseri vari della mia bimba ed impegni scolastici l'hanno fatta da padrone, a presentarvi le mie ultime creazioni in pasta di zucchero.
Si tratta di 2 bamboline che rappresentano un pò la caricatura di 2 cari amici nonchè gelatai di fiducia.
Poichè ultimamente stiamo "collaborando" dolcemente allora ho voluto far lor questo omaggio.
Mi sono ispirata alla bravissima Fiorella Balzamo, cake designer campana che ultimamente sta balzando agli onori della dolce cronaca molto spesso.
Grazie ai suoi passo passo ho creato questi due personaggi, pieni ancora di tante imperfezioni, ma carini e fatti col cuore.
Spero piacciano anche a voi
ù




martedì 14 febbraio 2012

Corso decorazione rice crispy

Domenica scorsa, nonostante qualche linea di febbre ed una tosse fastidiosissima, non ho voluto rinunciare a partecipare al corso di decorazione del rct delle mie amiche e insegnanti Laura e Stefy di mammachetorte.
Abbiamo lavorato sul rice crispy alla nutella, creando due dolls per San Valentino e così, dopo 4 ore intense di lavoro ecco il risultato....
SONO ORGOGLIOSA!!!


ecco il lavoro ultimato!!!