“Tu esisti vero ?
... attraverserai in punta di piedi il buio della notte
per venire a dipingere di colore i miei sogni ?
... e mi porterai lassù, con te,
a vedere l’altra faccia della luna ?
(L. Sella)
Diana
non sapeva da dove iniziare le ricerche : non sapeva niente di questo
“Fantomas”, tranne che era cattolico. L’ultima volta che l’aveva visto risaliva
a circa un anno prima. Poteva essere successo di tutto nel frattempo :
poteva essersi fidanzato e, perché no, poteva anche essersi sposato. E poi, non
sapeva dove abitava, poteva essere stato benissimo di passaggio, magari era uno
di quei militari che sono soggetti a continue trasferte e, in questo momento,
poteva essere chissà a quanti chilometri di distanza. Non sapeva cosa facesse,
dunque, quanti anni avesse, niente.. non sapeva proprio niente.
“Diana,
ehi, Diana sei proprio tu ?”
Una
voce la colse all’improvviso, facendola sobbalzare !
“Mamma
mia, quanto sei dimagrita ! E i capelli ? Cosa hai fatto ai
capelli ? Ma lo sai che stai proprio bene ?”
Era
Miriam, una sua vecchia amica. La vide venirle incontro a braccia aperte e,
prima ancora di poter replicare, se la sentì addosso mentre la stringeva in un
abbraccio affettuoso.
“Ciao,
Miriam, come stai ? Che piacere vederti !”
“Dove
l’hai lasciata la tua dolce metà ?”
Sentì
una morsa attanagliarle il cuore. Le sfuggì una lacrima e, con la voce rotta
dal pianto, riuscì a dirle in un fiato : “Ci siamo lasciati !”. Vide l’amica mortificarsi fino
all’inverosimile e, riprendendo in fretta il controllo di sé, la tranquillizzò.
“Non
ti preoccupare, è acqua passata ormai. Sai com’è, parlarne è rinnovare un po’
quel dolore ma, in fondo, dovrò farci l’abitudine. Non posso certo pretendere
che la gente faccia finta di niente. È normale che mi si chieda di lui, dopo
tutto il tempo che siamo stati insieme... Sai che sono in tanti a credere che
fossimo sposati ! Ma cosa mi dicevi prima... che mi trovi in forma ?
In effetti, sono dimagrita un po’, poi ho cambiato look per cui sembro
diversa ! Come vedi, quindi, non mi ha fatto poi tanto male restare single”.
“Scusami, non potevo sapere ! Mi dispiace
davvero, ma se le cose non andavano bene allora è meglio così. Ma proprio
proprio non c’è niente da fare ?”
“Ora
lui vive con un’altra ! Aveva questa storia da un bel po’ di tempo, ma io
l’ho saputo solo ora. Ma ora basta parlare di lui, ok ?”
“Si,
hai ragione, anzi sai che cosa ti dico ? Ti va di uscire stasera ?
Magari, chissà, facciamo anche qualche bell’incontro!”
“Sarà
un piacere, allora ci vediamo verso le 22 :00 sotto casa mia, va
bene ?”
“A
stasera allora, ciao e, sempre in gamba !”
“Puoi
contarci, ciao !”
Diana
poteva così tirare un sospiro di sollievo. Non era passata ancora mezz’ora da
quando era uscita e già aveva rimediato la compagnia per quella sera. Le andava
proprio di uscire e Miriam era la persona giusta : buona, sincera e,
soprattutto, discreta. Non poteva chiedere di più. Magari poi avrebbe fatto
qualche bell’incontro e, cosa ancora più bella, avrebbe potuto sapere qualcosa
sul suo biondo.
Indossò,
per la serata, un pantalone blu appena comprato ; gli abbinò sopra una
giacca verde che lasciava intravedere un top di seta blu ; scarpe con un
po’ di tacco ; un leggero trucco al viso (quel tanto che bastava a coprire
le occhiaie) ; una spruzzata di Chanel n. 5 e via, fuori, all’aria aperta.
La serata era calma, non c’era vento e l’afa di luglio sembrava si fosse
concessa una pausa. Andava tutto bene dunque, ora le restava solo di prendere
qualche informazione. L’occasione non tardò ad arrivare e fu proprio la sua
amica a fornirgliela.
“Ehi
Diana, che ne dici di conoscere nuova gente ? Così, tanto per trascorrere
al meglio la serata, poi può essere che ti trovi bene e, magari, decidi di
uscire con noi anche nelle prossime sere. Allora, ti va ?”
“Certo
che mi va. Sono stanca di stare chiusa in casa a piangermi addosso. Vorrei
gettarmi il passato alle spalle ed iniziare una nuova vita. Mi piacerebbe
conoscere brava gente e se, poi, è anche bella tanto meglio. Per esempio che mi
dici di quello lì ?”
Con
sua grande sorpresa, Diana aveva visto, proprio in quel momento, lì davanti a
sé, il biondo e, così, approfittando del discorso, lo additò a Miriam nella
speranza di sentirsi dire qualcosa.
“Certo
che ti accontenti di poco ! Vorrei conoscerlo anch’io quello lì e ti
assicuro che se lo conoscessi te lo presenterei. È carino, vero ? Se
t’interessa, posso giusto darti qualche informazione : una mia amica gli
faceva la corte, tempo fa, e così so qualcosa su di lui. So che si chiama
Gabriele, che fa l’operatore sanitario presso una clinica privata e che è un
gentiluomo. Pensa che, dopo tante insistenze da parte della mia amica, lui
accettò di uscirci insieme ; la portò fuori a cena e, dopo averle fatto
trascorrere una serata, a dir poco, meravigliosa, le spiegò, con una gentilezza
fuori dal comune, che non era il caso di insistere perché non ne valeva la
pena. Le consigliò di trovarsi una persona che la sapesse apprezzare per come
meritava, perché lui non ne era capace. Insomma, fu talmente gentile che la mia
amica, pur avendo il cuore a pezzi, lo ringraziò di tutto. A pensarci bene, ce
lo vedo vicino a te, te lo meriteresti uno come lui, dopo tutto quello che hai
passato. Se vuoi chiediamo un po’ in giro e vediamo se riusciamo a sapere
qualcos’altro, va bene ?”
“Frena,
frena - cercava di farsi vedere tranquilla, ma il cuore intanto le batteva così
forte, che sembrava le volesse uscire dal petto - guarda che dicevo così, tanto
per dire. E poi, non mi va che si sappia in giro che c’è qualcuno che mi piace.
La gente non ci impiega molto a pensare male, e già ne ho dovute sentire
abbastanza : ci manca solo che mi accusino di essermi “consolata” troppo
in fretta, o cose del genere. Poi, senti e senti, passo io per la poco seria
della situazione ! Sarebbe il colmo, il massimo dell’assurdità. No, no,
non se ne parla proprio”.
“Non posso darti tutti i torti, però... non è
detto che dobbiamo dire per forza che sei tu l’interessata, lascia fare a me e
se poi credi che il gioco si stia facendo troppo pesante o, comunque,
pericoloso, allora la finiamo subito, che ne dici ?”
“Va
bene, mi hai convinto. In fondo cosa ho da perdere ? E poi, ne vale la
pena”.
Cominciò,
così, la caccia alle notizie e, a fine serata, erano riuscite a sapere davvero
tante cose su di lui : aveva 33 anni, abitava poco distante da lì, era un
ragazzo abbastanza serio, riservato, senza grilli per la testa. Amava lo sport,
teneva ai sentimenti e, cosa ancora più interessante, era libero da impegni
sentimentali. Diana non riusciva a crederci : nel giro di poche ore aveva
scoperto chi fosse il suo angelo biondo, ora poteva dargli un nome, poteva
pensarlo “reale”, poteva, poteva.. insomma, come sempre, la sua mente cominciò
a perdersi dietro i voli della fantasia e, per la prima volta, dopo tanto
tempo, il suo cuore stava tornando a sperare. La cosa più brutta che Edoardo le
aveva fatto era, infatti, quella di farla smettere di sognare. Aveva ancora in
mente la sua aria, così insulsamente ironica, mentre leggeva la sua
lettera ; mentre sbandierava a... quella lì i suoi sentimenti ;
mentre si divertiva come un matto a ridere del suo amore ; mentre, così
facendo, si eccitava e si preparava a fare dell’altro schifosissimo sesso. Lo
odiava per questo, non gliene fregava niente che se ne fosse andato con quella
poco di buono, ma i suoi sogni, le sue speranze non le doveva toccare, non
avrebbe dovuto. E invece l’aveva fatto : nella sua infinita stupidità non
era riuscito a capire che valore avesse quella lettera e, come quella, tutte le
altre. Diana era convinta che non sarebbe più riuscita, come prima, a “sognare”
l’amore e invece, adesso, ancor prima che se ne rendesse conto, la sua mente si
stava già perdendo nei meandri della speranza.