“Sto davanti a te come di fronte ad una cascata di fuochi d’artificio
nella notte.
E non finisco mai di stupirmi.”
(L. Sella)
Quella
notte Diana non riuscì a chiudere occhio : era eccitata all’idea di poter
conoscere Gabriele ma, al contempo, aveva paura, una paura matta di fallire
ancora una volta. Era stata troppo bruciante la delusione e, forse, si era
scottata più del previsto. Ora, aveva
tanta voglia di ricominciare, però temeva di trovarsi di fronte un altro
bastardo che l’avrebbe fatta soffrire e, per quanto si sforzasse, vedeva solo
falsità. Provò a dormirci sopra, a non pensarci più, ma non appena chiudeva gli
occhi le si presentava sempre la solita scena : “Edoardo e la sua nuova
fiamma, su quel letto, ad amoreggiare spudoratamente ; a gridare la loro
soddisfazione ; a ridere di lei, della sua semplice ingenuità ; a
prendersi gioco del suo amore”. Non ce la faceva più a reggere quella
situazione. Le compresse che prendeva non le facevano più niente, ormai. Pianse
amaramente, nella solitudine buia della sua stanza ; pianse e sfogò così
tutto il suo dolore fino a quando, ormai stanca, si addormentò. Dormì fino a
tarda mattinata e quando si destò si sentì improvvisamente meglio : aveva
l’animo più leggero, più sereno. Si guardò allo specchio, quegli occhi gonfi
tradivano, ancora una volta, il suo cuore a pezzi ; ricompose al meglio la
sua faccia e scoppiò a ridere per le smorfie che, intanto, stava facendo a sé
stessa : era davvero buffa ! Chissà cosa avrebbe pensato Gabriele se
l’avesse vista mentre imitava, alquanto malamente, il pesce palla. “Gabriele...
che bel nome ! - pensò - Non un angelo mi hanno mandato, bensì un
arcangelo !”. Squillò subito il telefono :
“Buongiorno
principessa - esordì Miriam - trascorsa
bene la notte ?”
“Ottimamente,
grazie a te. È bello svegliarsi al mattino sentendosi chiamare principessa,
dovresti farlo più spesso !”
“Ci
penserò ! Allora che mi dici ? Usciamo insieme anche stasera ?
Magari riesci anche a conoscerlo !”
“Va
bene allora, solita ora, solito posto : mi raccomando la puntualità !
Ciao”
Era
cominciata bene, e se è vero che il buon giorno si vede dal mattino, quella
sarebbe stata davvero una bella giornata. Le ore volarono per Diana che, in
maniera più o meno palese, era alquanto agitata nell’attesa che si facessero le
22 :00. Si ritrovò, quindi, a passeggiare con i suoi nuovi amici, a
ridere, a scherzare e, intanto, aspettava che lui arrivasse. Puntuale come un
orologio, Gabriele posteggiò la moto al solito posto e scese con quel suo fare
semplice, ma estremamente sicuro. La sigaretta in bocca, per scaricare tutte le
tensioni di quella giornata di lavoro ; si sedette sul muretto con i suoi
amici e, dopo un po’, si mise a discutere con loro senza accorgersi che, poco
distante da lui, una ragazza lo spiava incuriosita ed affascinata : non
poteva certamente immaginare che di lì a poco la sua vita sarebbe giunta ad una
svolta importante. Diana, intanto, lo osservava da poco lontano : seguiva
ogni sua mossa. Lo guardava fumare, seguiva il movimento del suo torace che
inspirava ed espirava regolarmente ; si soffermò con più interesse quando
lo vide discutere animosamente, gesticolando spesso ma in maniera gentile.
“Dai,
su, fermalo ! Digli che lo vuoi conoscere, se vuoi glielo dico io per te”.
“Ma
sei pazza ? Mi vuoi vedere morta ? Figurati se quello vuole conoscere
me ! Hai notato quante belle ragazze ha vicino ? Chissà con quante di
loro è stato. Pendono tutte dalle sue labbra. No, non fa per me ! E’
meglio che ce ne andiamo, Miriam, che qui si mette male stasera”.
Un
po’ delusa Diana si avviò, con l’amica, verso casa non prima, però, di avergli
lanciato un ultimo sguardo. “Ciao angelo mio - pensò - chissà se... ma
figurati ! ! !”
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