martedì 21 febbraio 2012

Capitolo III


“Tu esisti vero ?
... attraverserai in punta di piedi il buio della notte
per venire a dipingere di colore i miei sogni ?
... e mi porterai lassù, con te,
a vedere l’altra faccia della luna ?
(L. Sella)

Diana non sapeva da dove iniziare le ricerche : non sapeva niente di questo “Fantomas”, tranne che era cattolico. L’ultima volta che l’aveva visto risaliva a circa un anno prima. Poteva essere successo di tutto nel frattempo : poteva essersi fidanzato e, perché no, poteva anche essersi sposato. E poi, non sapeva dove abitava, poteva essere stato benissimo di passaggio, magari era uno di quei militari che sono soggetti a continue trasferte e, in questo momento, poteva essere chissà a quanti chilometri di distanza. Non sapeva cosa facesse, dunque, quanti anni avesse, niente.. non sapeva proprio niente.
“Diana, ehi, Diana sei proprio tu ?”
Una voce la colse all’improvviso, facendola sobbalzare !
“Mamma mia, quanto sei dimagrita ! E i capelli ? Cosa hai fatto ai capelli ? Ma lo sai che stai proprio bene ?”
Era Miriam, una sua vecchia amica. La vide venirle incontro a braccia aperte e, prima ancora di poter replicare, se la sentì addosso mentre la stringeva in un abbraccio affettuoso.
“Ciao, Miriam, come stai ? Che piacere vederti !”
“Dove l’hai lasciata la tua dolce metà ?”
Sentì una morsa attanagliarle il cuore. Le sfuggì una lacrima e, con la voce rotta dal pianto, riuscì a dirle in un fiato : “Ci siamo lasciati !”.  Vide l’amica mortificarsi fino all’inverosimile e, riprendendo in fretta il controllo di sé, la tranquillizzò.
“Non ti preoccupare, è acqua passata ormai. Sai com’è, parlarne è rinnovare un po’ quel dolore ma, in fondo, dovrò farci l’abitudine. Non posso certo pretendere che la gente faccia finta di niente. È normale che mi si chieda di lui, dopo tutto il tempo che siamo stati insieme... Sai che sono in tanti a credere che fossimo sposati ! Ma cosa mi dicevi prima... che mi trovi in forma ? In effetti, sono dimagrita un po’, poi ho cambiato look per cui sembro diversa ! Come vedi, quindi, non mi ha fatto poi tanto male restare single”.
 “Scusami, non potevo sapere ! Mi dispiace davvero, ma se le cose non andavano bene allora è meglio così. Ma proprio proprio non c’è niente da fare ?”
“Ora lui vive con un’altra ! Aveva questa storia da un bel po’ di tempo, ma io l’ho saputo solo ora. Ma ora basta parlare di lui, ok ?”
“Si, hai ragione, anzi sai che cosa ti dico ? Ti va di uscire stasera ? Magari, chissà, facciamo anche qualche bell’incontro!”
“Sarà un piacere, allora ci vediamo verso le 22 :00 sotto casa mia, va bene ?”
“A stasera allora, ciao e, sempre in gamba !”
“Puoi contarci, ciao !”
Diana poteva così tirare un sospiro di sollievo. Non era passata ancora mezz’ora da quando era uscita e già aveva rimediato la compagnia per quella sera. Le andava proprio di uscire e Miriam era la persona giusta : buona, sincera e, soprattutto, discreta. Non poteva chiedere di più. Magari poi avrebbe fatto qualche bell’incontro e, cosa ancora più bella, avrebbe potuto sapere qualcosa sul suo biondo.
Indossò, per la serata, un pantalone blu appena comprato ; gli abbinò sopra una giacca verde che lasciava intravedere un top di seta blu ; scarpe con un po’ di tacco ; un leggero trucco al viso (quel tanto che bastava a coprire le occhiaie) ; una spruzzata di Chanel n. 5 e via, fuori, all’aria aperta. La serata era calma, non c’era vento e l’afa di luglio sembrava si fosse concessa una pausa. Andava tutto bene dunque, ora le restava solo di prendere qualche informazione. L’occasione non tardò ad arrivare e fu proprio la sua amica a fornirgliela.
“Ehi Diana, che ne dici di conoscere nuova gente ? Così, tanto per trascorrere al meglio la serata, poi può essere che ti trovi bene e, magari, decidi di uscire con noi anche nelle prossime sere. Allora, ti va ?”
“Certo che mi va. Sono stanca di stare chiusa in casa a piangermi addosso. Vorrei gettarmi il passato alle spalle ed iniziare una nuova vita. Mi piacerebbe conoscere brava gente e se, poi, è anche bella tanto meglio. Per esempio che mi dici di quello lì ?”
Con sua grande sorpresa, Diana aveva visto, proprio in quel momento, lì davanti a sé, il biondo e, così, approfittando del discorso, lo additò a Miriam nella speranza di sentirsi dire qualcosa.
“Certo che ti accontenti di poco ! Vorrei conoscerlo anch’io quello lì e ti assicuro che se lo conoscessi te lo presenterei. È carino, vero ? Se t’interessa, posso giusto darti qualche informazione : una mia amica gli faceva la corte, tempo fa, e così so qualcosa su di lui. So che si chiama Gabriele, che fa l’operatore sanitario presso una clinica privata e che è un gentiluomo. Pensa che, dopo tante insistenze da parte della mia amica, lui accettò di uscirci insieme ; la portò fuori a cena e, dopo averle fatto trascorrere una serata, a dir poco, meravigliosa, le spiegò, con una gentilezza fuori dal comune, che non era il caso di insistere perché non ne valeva la pena. Le consigliò di trovarsi una persona che la sapesse apprezzare per come meritava, perché lui non ne era capace. Insomma, fu talmente gentile che la mia amica, pur avendo il cuore a pezzi, lo ringraziò di tutto. A pensarci bene, ce lo vedo vicino a te, te lo meriteresti uno come lui, dopo tutto quello che hai passato. Se vuoi chiediamo un po’ in giro e vediamo se riusciamo a sapere qualcos’altro, va bene ?”
“Frena, frena - cercava di farsi vedere tranquilla, ma il cuore intanto le batteva così forte, che sembrava le volesse uscire dal petto - guarda che dicevo così, tanto per dire. E poi, non mi va che si sappia in giro che c’è qualcuno che mi piace. La gente non ci impiega molto a pensare male, e già ne ho dovute sentire abbastanza : ci manca solo che mi accusino di essermi “consolata” troppo in fretta, o cose del genere. Poi, senti e senti, passo io per la poco seria della situazione ! Sarebbe il colmo, il massimo dell’assurdità. No, no, non se ne parla proprio”.
 “Non posso darti tutti i torti, però... non è detto che dobbiamo dire per forza che sei tu l’interessata, lascia fare a me e se poi credi che il gioco si stia facendo troppo pesante o, comunque, pericoloso, allora la finiamo subito, che ne dici ?”
“Va bene, mi hai convinto. In fondo cosa ho da perdere ? E poi, ne vale la pena”.
Cominciò, così, la caccia alle notizie e, a fine serata, erano riuscite a sapere davvero tante cose su di lui : aveva 33 anni, abitava poco distante da lì, era un ragazzo abbastanza serio, riservato, senza grilli per la testa. Amava lo sport, teneva ai sentimenti e, cosa ancora più interessante, era libero da impegni sentimentali. Diana non riusciva a crederci : nel giro di poche ore aveva scoperto chi fosse il suo angelo biondo, ora poteva dargli un nome, poteva pensarlo “reale”, poteva, poteva.. insomma, come sempre, la sua mente cominciò a perdersi dietro i voli della fantasia e, per la prima volta, dopo tanto tempo, il suo cuore stava tornando a sperare. La cosa più brutta che Edoardo le aveva fatto era, infatti, quella di farla smettere di sognare. Aveva ancora in mente la sua aria, così insulsamente ironica, mentre leggeva la sua lettera ; mentre sbandierava a... quella lì i suoi sentimenti ; mentre si divertiva come un matto a ridere del suo amore ; mentre, così facendo, si eccitava e si preparava a fare dell’altro schifosissimo sesso. Lo odiava per questo, non gliene fregava niente che se ne fosse andato con quella poco di buono, ma i suoi sogni, le sue speranze non le doveva toccare, non avrebbe dovuto. E invece l’aveva fatto : nella sua infinita stupidità non era riuscito a capire che valore avesse quella lettera e, come quella, tutte le altre. Diana era convinta che non sarebbe più riuscita, come prima, a “sognare” l’amore e invece, adesso, ancor prima che se ne rendesse conto, la sua mente si stava già perdendo nei meandri della speranza.

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