“E quando ti rendi conto che devi ricominciare tutto daccapo,
dentro di te si spalanca un vuoto enorme. Eppure sai che, prima o poi,
riuscirai a riprenderti anche stavolta...”
(L. Sella)
Fece
uno strano sogno, Diana, quella notte : “Era ad una festa o,
probabilmente, in una discoteca. Un complesso sconosciuto stava strimpellando
qualcosa e tutti erano come infervorati da quella musica.
C’era
tanta gente, tutti ammassati in un’unica calca, non c’era spazio per
muoversi... non si poteva nemmeno ballare. Ma lì, dov’era lei, c’era tanto
vuoto. Sembrava che il suo stato d’animo si fosse esteriorizzato e che, quindi,
tutto rispecchiasse il suo cuore. In quella confusione, dunque, c’era lei che
quasi non sentiva e non vedeva quanto stava succedendo intorno a sé.
All’improvviso
le si avvicinò una figura alta, elegante nel portamento : non riusciva a
distinguerne i lineamenti, ma intuiva che fosse bello, anzi, bellissimo.
Silenziosamente le si fece talmente tanto vicino che con il gomito la sfiorava,
delicatamente. Lei poteva sentire la morbidezza del suo golfino sulle braccia,
sembrava una carezza : una di quelle carezze che mentre dialogano col
corpo sono capaci di far vibrare l’anima. Quasi automaticamente Diana inclinò
il capo sul suo petto, ora ne stava respirando il profumo : era
stordita da tanto benessere! E fu così che lui alzò il braccio e,
dolcemente, l’avvolse. Un abbraccio aveva chiesto e quell’abbraccio, adesso, le
stava scaldando il cuore. Si sentì rassicurata, protetta e, soprattutto, non
era più sola. Ma voleva vedere il viso di quell’angelo, voleva capire chi era
il salvatore che l’aveva trascinata via, in quel momento, da quel vuoto in cui
era ormai entrata. Alzò lo sguardo e rimase folgorata : conosceva bene
quella figura !”
L’aveva
visto qualche anno prima in chiesa. Puntuale ogni domenica sera lui era lì,
alla celebrazione della S. Messa. Tutti lo avevano notato : alto, biondo,
bello, umile negli atteggiamenti. Impossibile che passasse inosservato !
Anche Edoardo se n’era accorto e provava, per questo, un’insana gelosia. Ogni
qual volta il “biondo” arrivava, Edoardo si rivolgeva, con aria fortemente
ironica, verso di lei per dirle che il suo
idolo era arrivato. Era infastidita, Diana, da questo atteggiamento ma
doveva arrendersi all’evidenza che quel biondino in ultima fila l’aveva colpita
davvero.
Avrebbe
voluto conoscerlo, ma era fidanzata ; la lealtà ed il rispetto verso il
suo ragazzo le impedivano di farlo e, così, pensò bene di toglierselo dalla
testa.
Ed
ora era lì, nel suo sogno, accanto a lei, ad abbracciarla, a farle sentire
tutto il calore, tutta la tenerezza del mondo. Non ci poteva credere : il
suo biondo era tornato, e nel momento più opportuno.
Si
svegliò un po’ controvoglia, ma sicuramente, più felice. Aveva chiesto a Dio un
abbraccio e Lui glielo aveva donato e nella maniera più inaspettata e più dolce
possibile.
Diana
scostò le tende della sua stanza e sorrise al sole che stava sorgendo in quel
momento dal mare : “Buongiorno mondo !” disse all’improvviso,
sorprendendo anche sé stessa. Provava una strana euforia dentro, si sentiva...
frizzante, solo dopo si accorse che, per la prima volta, dopo tanti giorni, si
era alzata senza pensare al suo passato.
Sentiva
ancora, su di sé, il calore di quelle braccia che l’avevano avvolta nella
notte, nel segreto dei suoi sogni e nell’intimo del suo cuore. Pensò ad una
frase di Brown che aveva letto, qualche tempo prima, su uno dei tanti libri di
aforismi che arricchivano la sua collezione : “Negli immensi misteri del tempo e dello spazio, io sento le tue braccia
intorno alle mie spalle e non ho paura”.
Concentrandosi
poteva ancora annusare quel profumo, quella dolce fragranza che sapeva di
libertà. Che dono aveva ricevuto ! Non se l’aspettava ; più che altro
credeva di non meritarlo, ed invece aveva vissuto un momento di gloria, proprio
come l’aveva sempre desiderato, anzi meglio, perché mai e poi mai si era
pensata così vicino al suo “biondo”. In fondo quest’ultimo sembrava fosse
sbucato dal nulla : nessuno lo conosceva, nessuno sapeva niente di lui.
Poi, silenziosamente, se n’era tornato da dove era venuto senza lasciare
traccia.
“Devo
scoprire chi è, dove abita, cosa fa. Lo voglio conoscere : questa volta
non mi scappa !” così pensava Diana mentre, guardandosi allo specchio,
decideva cosa indossare. Sulla porta, sua madre la guardava esterrefatta ma
felice. Non capiva cosa fosse successo ma, finalmente, la sua bimba si stava
risvegliando dal torpore in cui era caduta o, meglio, in cui si era rifugiata.
Non osava fare il benché minimo rumore, per non disturbare quel momento così
inaspettato e raro. Una lacrima di gioia le rigò il viso, anch’essa in
silenzio, rispettosa di quegli istanti. D’improvviso si udì una porta sbattere,
Diana si voltò e vide la madre, lì ferma ; quest’ultima ebbe un attimo di
smarrimento : temette che l’incantesimo si fosse spezzato e invece, con
sua grande sorpresa, sentì la figlia chiederle un consiglio sull’abito da
mettere per uscire. L’abbracciò, le schioccò un sonoro bacio sulla guancia ed
andò via canticchiando qualcosa.
“Ed
il vestito ? Mamma... ma che cosa ti è preso ? Certo che siete tutti
matti in questa casa !”
Ohhhhh, un blog anche tu: meraviglia!! :)
RispondiEliminaSenti ma... ma come diavolo fai a cucinare tutte quelle cose non dukaniane, per poi non potertele mangiare??!! Noooo... non ce la posso fare... :(
Comunque... bentrovata anche qui! ;)
Buona settimana! :)
Il trucco e' preparare le cose buone quando sei sazia eheheh e comunque anche le cose dukaniano proposte sono buone.... Bentornata!!!!
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