venerdì 30 dicembre 2011

La tartaruga che voleva correre


Nel bosco degli animali giocosi viveva una coppia di tartarughe che desiderava tanto tanto avere un figlio.
Il tartarugo era solito affermare:”se avremo un maschio lo allenerò a fare il corridore: voglio che sia il più veloce di tutti, così che non subisca tutte le umiliazioni che ho subito io. Sono stanco di sentirmi dire che sono lento, stufo di restare sempre indietro… mio figlio avrà un futuro migliore!”
La saggia tartaruga ascoltava in silenzio le parole che il suo amato diceva e poi, pacatamente, rispondeva: “Quel che il Cielo vorrà noi accetteremo! Dobbiamo solo preoccuparci di dare ai nostri figli una sola cosa: TANTO AMORE!”
Passarono i giorni, e sempre il tartarugo diceva che suo figlio sarebbe diventato un velocissimo corridore … e, nel dire ciò, si perdeva con lo sguardo verso il bosco ad immaginare suo figlio correre correre e correre.
Un bel giorno, mamma tartaruga scoprì che in famiglia sarebbero stati presto in tre perché sarebbe arrivato un tenero frugoletto a rallegrare la loro vita.
Corse a dirlo al marito il quale, raggiante, affermò ancora una volta:” Sarà maschio, me lo sento, e diventerà un fantastico corridore … nessuno oserà più dire che le tartarughe sono lente!”
Arrivò finalmente il giorno tanto atteso e in casa tartaruga si cominciarono ad udire i gioiosi passetti di un tartarughino curiosone e desideroso di imparare a vivere.
Col passare del tempo, papà tartarugo iniziò ad insegnare al figlio la segreta arte della corsa.
Ogni giorno portava il piccolo Runner – così l’avevano chiamato – in un angolo del bosco dove poteva correre in libertà. Più correva e più il papà era orgoglioso e felice, e più il papà era orgoglioso e felice e più Runny era soddisfatto.
Sulla strada del ritorno, a fine giornata, il piccolo tartarughino vedeva sempre un gruppo di cucciolotti giocare, ridere, scherzare… ma lui non riusciva mai ad unirsi a loro perché doveva correre sempre più forte, per il suo papà.
Un giorno, il papà di Runny fu trattenuto al lavoro fino a tardi per cui il piccolo andò nella radura per giocare con gli altri cuccioli.
Quando li trovò si mise a scherzare e giocare insieme a loro e scoprì che gli piaceva davvero tanto saltare, scivolare giù per il vecchio tronco, andare sull’altalena, ascoltare ed inventare le storie.
Così, quando tornò a casa, si mise a raccontare ai suoi genitori la sua splendida giornata. Era davvero felice, non stava fermo un attimo … per la prima volta, quella notte, dormì sereno senza incubi.
L’indomani, come al solito, andò col suo papà a riprendere gli allenamenti ma , per la prima volta nella sua vita, sentiva di non essere felice: voleva andare a giocare con i suoi nuovi amici! Ma se l’avesse detto al suo papà certamente l’avrebbe deluso e non gli avrebbe più voluto bene.
Intanto, il padre, accortosi che il piccolo non aveva l’entusiasmo di sempre, lo chiamò e gli chiese cosa avesse. Runny ritirò la testa dentro il suo guscio e rispose un timido “Non ho niente!” ma il padre non gli credette e continuò ad insistere: “Ma non è che per caso vuoi andare a giocare con i tuoi amici?”
Il piccolo si ritrasse ancora di più e nascose i lacrimoni che gli riempivano gli occhi.
Il padre capì, lo abbracciò, gli diede un bacio e gli disse:”Perdonami, figlio mio! Ho sbagliato a pensare che tu dovessi riscattare la mia vita. Sei un cucciolo e devi fare il cucciolo: devi giocare, divertirti, scegliere i tuoi amici. Sei tu che devi scegliere, quando diventerai adulto, chi essere e cosa fare: se correre veloce e arrivare primo oppure camminare piano e goderti il panorama. Ogni cosa a suo tempo. “
“Papà – rispose il cucciolo tra le lacrime – ma se io non corro veloce veloce tu non mi vorrai più bene!!!”
“Figlio mio – concluse il padre abbracciandolo forte forte  – ricordati sempre che qualunque cosa accada e chiunque tu diventerai io e la tua mamma ti vorremo sempre bene perché senza di te non siamo niente!”

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